IN HOC SIGNO rubrica mensile di Alleanza Cattolica in Ferrara n. 8 - settembre 2017
Cari amici,
in questo mese di settembre 2017 ha concluso il suo viaggio terreno il Cardinale Carlo Caffarra, dal 1995 al 2003 Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, che fu sempre amico della nostra associazione e attento al nostro lavoro.
Nel 1996 ha inaugurato la nostra Scuola di Educazione Civile con una memorabile lectio magistralis
sui tre ambiti della Dottrina Sociale della Chiesa (quello puramente
dottrinale, quello di elaborazione delle strategie derivanti da questi
principi ed infine un terzo ambito, di pertinenza del laicato, di
applicazione pratica nella politica e nell’agire sociale).
Di
questo autentico dono che il compianto Cardinale ha fatto ad Alleanza
Cattolica in Ferrara vi offriamo oggi un piccolo assaggio, tratto
dall’ultima parte della sua lezione e riguardante quello che lui stesso
ha definito un autentico cancro: l’utilitarismo.
L’intera lezione è consultabile sia sul sito della Scuola di Educazione Civile www.scuoladieducazionecivile. org che su www.caffarra.it. Il testo, non rivisto dall’autore, è tratto dalla registrazione audio della lezione e conserva la freschezza del parlato.
* * *
«[...]
Io sono sempre più convinto che il tumore, proprio il cancro, il cancro
delle nostre società ha un nome e questo nome è l’utilitarismo. È
questo cancro che ci distrugge, e ci fa morire, proprio senza scampo.
«Che
cosa intendo per utilitarismo? Intendo quella dottrina che si basa
sull’affermazione che i soggetti umani sono governati esclusivamente,
nel loro agire, dalla logica egoista del calcolo dei piaceri e dei
dolori, dal loro solo interesse e dalle loro preferenze. Ma
l’utilitarismo non solo dice questo, dice anche che è bene che sia così,
perché non esiste nessun altro fondamento possibile alle norme morali, e
quindi anche alle leggi civili, se non la legge della felicità degli
individui e della collettività degli individui.
«Ci
siamo arrivati attraverso un cammino piuttosto lungo, che inizia
addirittura secondo me già col XIV secolo – quindi andiamo indietro, no?
– quando si è passati da un utilitarismo ancora diffuso, ecco, ad un
utilitarismo che poi diventa dominante, soprattutto con l’apparizione
delle teorie dell’economia di mercato, e che poi infine, in questo
secolo, soprattutto a partire dagli anni sessanta, è diventato
generalizzato. Diffuso, dominante, generalizzato. E noi ci troviamo
ormai a questo.
[...]
«Faccio
un esempio e finisco. Tutti ricordiamo, perché fu uno dei momenti più
drammatici della storia della nostra Europa, la vicenda di Tommaso Moro.
Voi sapete che ci fu un momento in cui Tommaso Moro fu completamente
solo. Anzi per la precisione erano in due a sostenere ciò che lui
sosteneva, vale a dire che sua maestà britannica non aveva autorità
sulla Chiesa Cattolica e non poteva sostituirsi al Papa. Perché sapete
che la vera questione non era la questione del matrimonio di Enrico
VIII: il problema era se il capo dello Stato poteva attribuirsi
l’autorità suprema sulla religione di un popolo. Erano solo in due a
sostenere di no. Tommaso Moro, un laico, e l’arcivescovo di Rochester,
John Fisher. Perché gli altri che la pensavano come loro, una decina di
certosini, erano già stati ammazzati. Tutti gli arcivescovi e vescovi
del regno avevano sottoscritto il famoso Atto di supremazia, in cui
praticamente si diceva che il re d’Inghilterra non riconosceva sopra di
sé nessuna autorità nel campo religioso in Inghilterra. Tutti: tutti i
religiosi, tutte le facoltà di teologia. Tutti. Al punto tale che a un
certo momento la moglie di Tommaso Moro, quando lo va a trovare in
prigione, gli dice: “Ma possibile che sei solo tu? Allora tutti gli
arcivescovi e i vescovi del regno sbagliano?”. La risposta è esemplare:
“Non lo so se sbagliano loro, io so che se dicessi il contrario
sbaglierei”. Ma alla fin fine, qual era l’argomento fondamentale che
usavano? Era il seguente: vogliamo ributtare ancora l’Inghilterra dentro
una guerra civile dalla quale siamo appena usciti, che ci ha distrutti?
Che cosa è più utile per lo Stato inglese, dare ragione a Enrico VIII o
opporsi? Tommaso Moro diceva: “Il problema non è quello di sapere che
cosa è più utile, ma di sapere se è giusto quello che stiamo facendo”.
«Nel
momento in cui noi riteniamo che ci possa essere un modo di fare il
vero bene di un popolo facendo eccezioni al principio della giustizia,
ritenendo più efficace un’altra strada, in quel momento noi abbiamo
posto le radici della distruzione di quel popolo come tale, e questo lo
stiamo vedendo in realtà anche ai nostri giorni. Ora, in fondo, la
Dottrina sociale dice: guarda che c’è un bene della persona umana, che
non è solo l’utilità. Guarda che c’è una verità sull’uomo, che vale,
sempre e comunque, e che deve diventare il criterio di operazione e di
intervento nella costruzione della società medesima».
* * *
Ad maiorem Dei gloriam et socialem
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