Nei giorni scorsi abbiamo assistito a dibattiti politici, a sceneggiate
in Parlamento… Il mondo politico cerca la scena. Mi sei venuta in
mente, perché in un certo senso, voi monache siete esattamente il
contrario: non cercate la scena, ma la fuggite. Vorrei sapere che cosa
pensi di questa propensione della politica all’apparire, al farsi
vedere, al fare scena…
Daniel
Carissimo Daniel, ti ringrazio per questa interessante domanda che
vuole mettere in rilievo il disagio che scaturisce da un certo panorama
politico alquanto triste e preoccupante che è, ormai, di fronte agli
occhi di tutti.
Ebbene, permettimi, prima di tutto, di chiarire un concetto basilare
per la nostra riflessione: desidero distinguere chi, come politico,
desidera il bene comune, cioè di tutti e chi cerca il protagonismo fine
a se stesso.
Personalmente nutro per la politica una grande ammirazione e la
considero una scelta seria, molto seria, di profondo impegno umano e
sociale; il caos e le sceneggiate, alle quali tu ti riferisci, non sono
espressione dello spirito politico bensì manifestazione dello spirito del mondo.
Gesù Cristo, nostro Signore e Maestro, afferma: “Chi di voi, volendo
costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i
mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta
e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a
deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato
capace di finire il lavoro” (Lc 14,28). Questo è quello che accade
a tanti politici che iniziano la loro opera senza averne i mezzi. E
quali sono questi mezzi? Ci viene in aiuto il Servo di Dio, Giorgio la
Pira, il “sindaco santo” il quale ci descrive, con una chiarezza
disarmante, quali sono i mezzi per essere coerenti nell’impegno
politico, ossia, come ben lo definisce, “impegno diretto alla
costruzione cristianamente ispirata della società in tutti i suoi
ordinamenti a cominciare dall’economico; un
impegno di umanità e di santità”. I mezzi sono “la preghiera, la
meditazione, la prudenza, la fortezza, la giustizia e la carità”.
E’ proprio questo il punto: chi, in politica, cerca la scena non fa politica. Un vero politico è colui
che entra sì nella scena, ma per poterla migliorare e,
impersonificando coloro che rappresenta, si fa voce delle minoranze,
incarna la misericordia e la giustizia,
vive interiormente la sua unione mistica e profonda con Gesù e,
esternamente, fa trasparire la sua passione per il buono, il bello, il
giusto con le virtù della prudenza, della fortezza, della giustizia e
della carità. Sto descrivendo forse un santo? Sì, perché la politica, per chi è chiamato a questo, è vocazione alla santità. Oggi abbiamo bisogni di politici cristiani, senza compromessi e senza ipocrisie: felici
di essere portatori di misericordia e ragionevolmente preparati alle
nuove sfide che sono già presenti nel nostro tessuto sociale. Preparati
professionalmente ma, ancor di più, conoscitori dei valori cristiani
che appartengono alla loro motivazione del “perché sono entrato in
politica”. Mi sono permessa di parlare di “politici cristiani” perché
ritengo che, mai come oggi, c’è bisogno di riaffermare questo binomio,
portatore dei valori cristiani presenti nel nostro dna europeo.
Tutto ciò che è apparire e mettersi in mostra è solo un disturbo, un
tentativo di egocentrismo per una ricerca affannosa della propria
autoaff ermazione: è una triste perdita di tempo.
Le nuove generazioni sono in cerca di modelli per poter proseguire la
custodia della nostra civiltà e rispondere all’appello tuonante di Papa
Francesco: “Per favore mettetevi in politica, ma per favore nella
grande politica, nella politica con la P maiuscola perché – aggiunge -
“Nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per
la giustizia sociale”.
Madre Maria Michela Monache del Cuore Immacolato
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