TESTO DELLE MEDITAZIONE DI MONS.CAVINA - 5 APRILE 2014
Ritiro
con persone impegnate in politica
5
Aprile 2014
24Un'altra
parabola espose loro così: «Il regno dei cieli si può paragonare a
un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.25Ma
mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo
al grano e se ne andò. 26Quando
poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la
zizzania. 27Allora
i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai
seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la
zizzania? 28Ed
egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero:
Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? 29No,
rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa
sradichiate anche il grano. 30Lasciate
che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento
della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e
legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel
mio granaio».
Si
tratta di un testo breve e in apparenza semplice, ma in realtà la
parabola contiene una grande ricchezza di dottrina. Essa, infatti,
tratta dell’azione del maligno nella storia delle singole anime,
della società e della grande famiglia umana. Il testo permette di
utilizzare due cose fondamentali:
1.
il metodo con cui agisce lo spirito del male per raggiungere i suoi
obiettivi,
2.
l’atteggiamento che l’uomo deve assumere per non cadere nelle sue
insidie micidiali.
v.
24: “Il
regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon
seme nel suo campo”.
Più avanti Cristo preciserà che il campo di Dio è il mondo (v.
38). Questo versetto è un versetto chiave perché sottolinea che
l’azione che Dio compie nel mondo, nella natura e nella vita di
ciascuno di noi non solo è buona, ma anche che il mondo è il luogo
in cui Dio si manifesta gratuitamente agli uomini. Il v. 24 non
lascia spazio all’ipotesi che l’azione di Dio possa avere un
effetto negativo: “Egli ha seminato solo del buon seme”. Prima di
tutto c’è l’iniziativa buona di Dio. Non possiamo mai
dimenticare questa origine buona che ci precede. Il mondo è il
frutto dell’amore di Dio.
Il
problema del male sorge successivamente, e soprattutto da un’altra
fonte.
Il
v. 25 afferma: “Ma
mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo
al grano e se ne andò”.
L’azione del “nemico” si svolge di notte, cioè egli si muove e
agisce senza essere visto. In effetti, una delle carte vincenti del
demonio è quella di farsi credere assente, di non esserci e così
l’uomo abbassa le sue difese perché ritiene di non avere alcun
nemico da cui difendersi. Pensiamo a quante persone non credono
all’esistenza del diavolo o ritengono che esso sia semplicemente
una personificazione simbolica del male umano. E così Satana ha
vinto la sua battaglia: quella di essere creduto assente o innocuo.
E’ la sua strategia. Entrare ed uscire nel campo di grano senza che
nessuno se ne accorga, senza che nessuno sospetti della sua
esistenza, e quando è creduto assente, egli agisce.
Ma
per agire e colpire con sicurezza, Satana ha bisogno anche di un
secondo elemento: il sonno della vittima. Non soltanto Satana si
serve di un’azione occulta, nascosta, ma anche di un’azione che
colpisce coloro che sanno della sua presenza, ma non sono
sufficientemente capaci di vigilare. Il Vangelo esorta continuamente
alla vigilanza. Ci sono, infatti, molti modi di dormire.
Si
dorme quando si è immersi negli impegni della vita quotidiana e si
assolutizza la loro urgenza fino al punto tale da restringere il
tempo destinato a Dio, fino a giungere alla sua totale scomparsa
nella nostra vita. L’azione del maligno, tuttavia, non sfugge ad
Uno, il padrone del campo. E’ l’unico che ha le idee chiare su
quanto è accaduto; tutti gli altri sono disorientati e non riescono
a spiegarsi che cosa è successo. In effetti, l’azione di Satana
rimane nascosta, non percepibile dai sensi e dalla intelligenza
umana. Solo chi ha lo sguardo illuminato dalla luce dello Spirito
Santo, può “vederlo”. Solo il padrone ha le idee chiare, e
quando si suoi servi gli fanno notare che è apparsa anche la
zizzania, egli risponde con ferma sicurezza: “Un nemico ha fatto
questo”.
E’
interessante osservare che oltre al padrone a nessuno è venuto in
mente che si trattasse di un nemico, il quale non ha lasciato tracce
del suo passaggio e con tutta tranquillità ha percorso tutto il
campo seminando zizzania, poi è uscito di scena e nessuno si è
accorto di lui. Satana agisce così. Solo se si accolgono le parole
del padrone è possibile capire ciò che è realmente accaduto. Le
parole del padrone rappresentano la Parola di Dio, che rivela
all’uomo l’esistenza di Satana e la sua pericolosità e i mezzi
per combatterlo.
La
nostra storia possiamo comprenderla ed interpretarla nella luce
giusta solo quando in dialogo fiducioso con il padrone del campo, ci
lasceremo spiegare che cosa è accaduto mentre dormivamo.
La
parabola, poi, fa notare che trascorre del tempo fra la semina della
zizzania da parte del nemico e l’apparizione del suo germoglio.
Troviamo, qui, svelato un altro particolare dell’azione del
Diavolo.
Egli
non entra nel campo per depositare un male completo, maturo; cioè
non pianta la zizzania già formata, ma vi deposita i germi di quello
che sarà, dopo una lunga e volontaria incubazione, il frutto del
male. Egli deposita nel terreno del cuore dell’uomo ciò che
embrionalmente potrà diventare un frutto cattivo, se il terreno
nutrirà il suo naturale sviluppo e lo lascerà crescere in sé.
Non
è un caso che nel libro della Genesi, al cap. terzo, Satana è
rappresentato con le sembianze di un serpente che instilla nella
mente della donna il dubbio ed il sospetto, che poi lei rielabora
personalmente nei circuiti dei suoi ragionamenti, fino a produrre una
decisione trasgressiva. Questo ci porta a riconoscere che il male
presente nella nostra storia non si produce come un atto diretto di
Satana, ma come un atto di incubazione nell’animo umano di germi
velenosi che la libertà umana, poi, elabora e trasforma in parole e
gesti peccaminosi che lacerano la persona e la comunione sociale. In
definitiva Satana non deposita mai il male compiuto e maturo, ma solo
i suoi germi.
E’
chiaro che i germi di male depositati Satana hanno bisogno di trovare
un terreno fertile per potersi sviluppare. Le inclinazioni cattive,
le immaturità nella fede, la preghiera trascurata, una mancata
partecipazione ai sacramenti costituiscono il terreno fertile dove i
germi di male si sviluppano e producono i loro frutti avvelenati.
Nel
cap. 3 della Genesi il Diavolo è rappresentato con l’immagine
simbolica del serpente. Perché? Perché il serpente non uccide
subito la sua vittima; esso uccide la sua vittima inoculando il
veleno che poi entra in circolo. La morte subentra dopo. Come
vincere, soffocare questi germi che satana depone in noi?
L’insegnamento ci viene da Gesù. Egli vince le suggestioni del
Demonio con il ricordo alla Parola di Dio e troncando sul nascere la
suggestione del male, impedendo, così, che venga elaborata. Cristo
non entra in dialogo con Satana, ma gli risponde con una frase breve,
di senso compiuto. E chiude il discorso.
Nel
v. 27 entrano in gioco altri personaggi: “Allora
i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone non hai
seminato del buon grano nel tuo campo? Da dove viene dunque la
zizzania?”.
Una domanda questa che contiene un rimprovero. E qui cogliamo tra le
righe l’obiettivo di satana: fare in modo che i mali presenti nel
mondo vengano attribuiti a Dio. La domanda dei servi rappresenta la
reazione dell’uomo davanti allo spettacolo del male presente nel
mondo: “Non hai seminato del buon grano?”. Cioè “Non hai fatto
buone tutte le cose? Da dove viene dunque il male?”. Per molti oggi
la presenza del male nel mondo rappresenta la dimostrazione che Dio
non c’è. Ma questo pensiero è la dimostrazione che satana ha
raggiunto il suo scopo: ha prodotto il male con l’alleanza
dell’uomo e ha fatto in modo che la responsabilità cadesse su Dio.
Un
altro gruppo di servi fa un’altra domanda: “Vuoi
dunque che andiamo a raccoglierla?”
(v. 28). Queste parole nascono da un ulteriore inganno di Satana che
possiamo esprimere come la fretta della giustizia, il bisogno di
risultati immediati, l’incapacità di misurare il proprio passo sui
tempi di Dio, poiché egli desidera fare grazia a tutti. Se Dio
facesse sparire dalla faccia della terra l’uomo ad ogni atto
compiuto contro di Lui o il prossimo, spariremmo tutti. Tuttavia nei
confronti degli altri siamo sempre molto più rigidi che con noi
stessi. Non si vince il male con il male, ma con il bene.
Alcune
conclusioni.
1.
La mescolanza di grano e zizzania si trova ovunque: nella famiglia,
nella società, in mezzo agli amici e soprattutto nel nostro cuore.
E’ necessario vigilare continuamente. Il buon seme donato
gratuitamente da Gesù a ciascuno di noi domanda il coinvolgimento
esplicito della nostra libertà per diventare grano. La risposta
personale della libertà che permette al buon seme di diventare grano
maturo richiede tempo. Nel corso della nostra esistenza noi possiamo
diventare “figli del Regno” o figli del Maligno”.
Il
tempo appartiene al Signore, non è nostro, e la nostra libertà può
sempre perdersi o ravvedersi. La misericordia di Dio è paziente e
non smette mai di sollecitare la risposta dell’uomo.
Il
buon ladrone è zizzania diventato grano!
San
Paolo era un persecutore ed è diventato un apostolo instancabile.
S.
Agostino era un errabondo del pensiero e del cuore ed è diventato un
cantore entusiasta ed un innamorato sincero di Dio
Il
beato Charles de Foucauld era un giovane dedito al vizio, fino a dire
di se stesso: “A 17 anni ero completamente egoista, proteso verso
il male come se fossi in preda alla follia. E quando vivevo nel
peggiore modo possibile, ero convinto che fosse tutto assolutamente
normale”. Ma, per grazia di Dio, la zizzania ancora una volta è
diventata grano. De Foucauld ha scalato la montagna della santità,
arrivando ad esclamare: “per la diffusione del Vangelo sono pronto
ad andare fino ai confini del mondo. Desidero soffrire il martirio
per amare Gesù di amore totale”.
La
grande vittoria di Dio è trasformare la zizzania in grano. Nel regno
di Dio non c’è posto per servi impazienti perché tutti siamo
grano e zizzania nello stesso tempo. Uno solo è stato solamente
grano, senza zizzania, cioè senza peccato: Cristo. E Lui viene a noi
per farci frumento di Dio.
Saper
attendere non significa un comodo lasciar correre, o una stanca
rinuncia, o un’indifferenza sonnacchiosa o un insensibile cinismo,
ma rispettare la volontà e i metodi di Dio e non agire di propria
iniziativa, ma come strumenti di Cristo. Chi non si rimette nelle sue
mani, corre il pericolo di scambiare l’opinione personale con la
professione di fede della Chiesa. Il fanatismo non è cristiano. Dio
è il giudice che presiede al tribunale. Ciò che Dio attende è la
nostra salvezza. Perciò dobbiamo attendere anche noi gli altri per
salvarli. Si tratta di salvare non di giudicare.
2.
In questa parabola troviamo descritto anche il mondo con cui Gesù
guarda il mondo. I discepoli fissano il loro sguardo sulla zizzania,
Gesù invece sul buon seme. Lo sguardo dei discepoli appare
chiaramente più avanti, quando chiederanno a Gesù: “Spiegaci la
parabola della zizzania del campo” (Mt 13.36). Come se all’origine
si trovasse la zizzania. Quante volte anche il nostro sguardo dà per
scontato il campo, il buon seme e il seminatore, e si fissa
esclusivamente sulla zizzania. E così ci dimentichiamo del bene che
è all’origine e cadiamo nella condanna, nel lamento, nel
risentimento.
3.
Non perdere il senso del bene e del male. Il bene è una cosa, il
male un’altra. Chi ci offre questa chiarezza è la Parola di Dio,
diversamente la nostra coscienza corre il rischio di venire
indebolita, alterata, resa indifferente, impassibile. Se il male è
vistoso combattiamolo con il bene. Affermava il Papa Pio XII che se
il male sembra dilagare, una causa va ricercata anche nella viltà
dei buoni, nella loro debolezza. Una debolezza che può trasformare
una persona buona in un individuo imbelle, inerte, codardo, egoista,
incapace di agire. In questo modo si lascia trionfare il male nel
mondo.
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risponerò appena possibile