Bce lascia tassi invariati, Draghi: "Euro fonte incertezza, monitorare attentamente'

  
La Bce ha confermato il costo del denaro dell'area euro ai minimi storici e ha messo nel mirino il problema del rafforzamento dell'euro, mentre le decisioni su come condurre il Quantitative easing (il piano straordinario d'acquisto di titoli) dopo la fine del 2017 verranno prese più avanti in autunno.

Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali resta dunque a zero, il tasso sulle operazioni marginali resta allo 0,25 per cento e il tasso sui depositi presso la banca centrale resta al meno 0,40%. Il Consiglio direttivo ha anche ribadito di attendersi che i tassi resteranno ai livelli attuali "per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte degli acquisti netti di attività". Inoltre la Banca centrale ha confermato la prosecuzione del Quantitative easing al ritmo di 60 miliardi di euro al mese fino alla fine del 2017 "o anche oltre se necessario". La Bce ha mantenuto la formula che lascia la porta aperta a eventuali potenziamenti degli stimoli mentre, nel comunicato diffuso al termine del direttorio, non si ravvisano invece indicazioni sul "tapering".

Nella consueta conferenza stampa dopo la riunione, Draghi ha sottolineato che la ripresa europea - che ha accelerato nel primo semestre - si sta confermando. E' arrivato l'atteso riferimento alla forza dell'euro: parlando della volatilità del tasso di cambio degli ultimi tempi, ha detto che è un elemento "di preoccupazione" strettamente monitorato: se ne tengono d'occhio i possibili infatti sulla ripresa. Come spesso accade, il governatore si deve destreggiare tra forze contrastanti nella riunione che a inizio anno era indicata come quella papabile per l'annuncio della fine del programma di acquisti. Un passo che con ogni probabilità verrà rimandato a ottobre, ma che poi nei fatti avverrà con estrema gradualità nel corso del 2018.

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