Modena: Centrodestra, prove di coalizione per vincere le elezioni / DOPO TANTI ANNI UN SALA PIENA DI AMICHE ED AMICI DEL CENTRODESTRA






A Modena vincere si può». Tre forze di centrodestra si riuniscono a Palazzo Europa unite da questo slogan. La frase risuona come un mantra, tra le note dell’Inno di Mameli e il Va’ pensiero di Verdi.
Le arie rappresentano in note Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord. I tre schieramenti in campo hanno già fissato l’obiettivo: le elezioni comunali 2019. Prima di tendere l’arco dovranno riunire i tre dardi, rappresentati da ciascun partito, e fare in modo non ci sia alcuna dispersione di voti. «Alle elezioni del 2014, 2009 e 2004 ci siamo presentati con candidati e idee differenti», ricorda Michele Barcaiuolo, segretario provinciale di Fratelli d’Italia. Trasformare l’unione da un concetto a un programma comune ancora da definire la sfida dei tre schieramenti, ai quali in prima fila a dare supporto ieri c’era l’avvocato Gianpiero Samorì dei Moderati in Rivoluzione.
Su scala nazionale lo si può vedere con la legge elettorale: Michele Barcaiuolo è «fiero oppositore», come il suo partito, mentre i forzisti e il Carroccio danno il loro appoggio. Fratelli d’Italia pensa alle primarie non solo per il candidato sindaco, ma anche per «alcuni temi, in modo non vincolante». L’idea del segretario comunale Filippo Panini, invece, è quella di «una scelta trasversale, senza prevaricazioni». Punti che saranno secondari al programma, ma intanto c’è una parte del centrodestra che punta i piedi e protesta: il segretario regionale Luca Ghelfi e l’omologo provinciale Bruno Rinaldi d’Idea Popolo e Libertà, a cui appartiene il senatore modenese Carlo Giovanardi.
Ghelfi e Rinaldi considerano «lesiva dell’importante obbiettivo di unione di intenti» la scelta di non invitarli al tavolo. La replica non si fa attendere. «Il senatore Giovanardi faccia chiarezza con se stesso – afferma Barcaiuolo – perché tre anni fa ha permesso ai Cinque Stelle di andare al ballottaggio candidandosi da solo e prendendo il 4% delle preferenze, quando al centrodestra mancava il 2,5% per il ballottaggio. In questa legislatura, tranne negli ultimi mesi, ha sostenuto il governo di centrosinistra». Il segretario provinciale FdI poi aggiunge: «Benvenuti coloro che vogliono stare radicalmente contro la sinistra, non tenere i piedi in due, tre o quattro staffe». «Non soltanto il senatore Giovanardi: chiunque è il benvenuto – replica Andrea Galli, capogruppo Fi a Modena – basta che il programma non sia uno specchietto per le allodole, ma sia comune. Quando ci si presenta in opposizione alla sinistra si resti in opposizione alla sinistra». Galli spiega che è importante partire per tempo. «Impareremo la ricetta da Finale, Pavullo e Vignola – prosegue il capogruppo forzista, presentando gli ospiti di ieri, rappresentanti delle tre amministrazioni comunali – e tra due anni l’applicheremo a Modena. La credibilità non si guadagna in poche settimane di campagna elettorale, ma con anni di vicinanza ai problemi e alle soluzioni della gente».
Critiche dal rappresentante azzurro al sindaco Gian Carlo Muzzarelli, al Movimento 5 Stelle e allo “ius soli”, «anche se le persone vengono dalla Svezia». Panini indica sicurezza («siamo ancora l’ottavo peggior Comune nazionale») e spending review («eliminiamo le spese inutili») come temi prioritari. «Tutte le persone che vogliono collaborare sono benvenute – conclude l’esponente della Lega – purché vi sia la volontà di far emergere tutti senza prevaricare nessuno».

Gabriele Farina 

(FONTE GAZZETTA DI MODENA)

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