FAMILY - FAMIGLIA......... SOTTO ATTACCO....... io sto con il Family Day
Leggendo nei giorni scorsi sul quotidiano Avvenire la delusione del presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari alla conclusione della Conferenza nazionale sulla famiglia, balzano agli occhi dichiarazioni sconcertanti in merito ai motivi di questa delusione:
-
che sia data essenzialmente dalla mancanza di finanziamento statale
(«ritenevamo che si potesse partire con due miliardi»), mentre numerose
esperienze locali dimostrano che una efficace politica a favore della
famiglia può in molti casi essere attuata “a costo zero”;
-
delusione poi per una generica incomprensione dei politici («C’è un gap
culturale sulla famiglia in chi ci governa»), senza una parola sul
fatto che la vera famiglia è composta da padre, madre e figli mentre
Boldrini e Boschi hanno affermato il contrario;
-
che però sia emerso un dato positivo («Il governo e le istituzioni
hanno potuto ascoltare la voce di chi viene meno ascoltato») quando al
contrario l’organizzatore dei due oceanici Family Day è stato escluso!
Chi ha a cuore il bene dell’istituzione familiare sa bene che attualmente in Italia i suoi due principali nemici sono la teoria del gender e l’oppressione fiscale: e quella ancor più di questa.
Per
contrastare questi tentativi di mistificazione vi propongo il
resoconto di un partecipante alla Conferenza, il reggente nazionale di
Alleanza Cattolica Marco Invernizzi :
La terza Conferenza nazionale sulla famiglia organizzata dal Dipartimento delle politiche familiari presso la Presidenza del consiglio (Roma, 28-29 settembre) si è conclusa con un nulla di fatto, che ha provocato la delusione del Forum delle associazioni familiari che la aveva fortemente voluta.
Avendo partecipato alle due giornate di lavori come delegato di Alleanza Cattolica presso il Forum delle associazioni familiari
posso dire che l’esito fallimentare della Conferenza e la relativa
presa di posizione critica da parte del Forum hanno contribuito a
eliminare un equivoco.
L’equivoco
si respirava partecipando ai lavori della Conferenza, notando la
differenza fra quanto veniva detto nei cinque gruppi di lavoro
coordinati dall’Osservatorio nazionale della famiglia (almeno per
quello a cui ho partecipato e per quanto riferito nelle sintesi finali e
seppure con alcune perplessità che mi sono state riportate a proposito
degli altri quattro) e quanto invece veniva presentato dai relatori
“politici”, in particolare dalla Presidente della Camera Laura Boldrini e
dal sottosegretario Maria Elena Boschi. Se nei gruppi di lavoro si
percepiva come la famiglia sia un bene messo in discussione da una
cultura avversa che di conseguenza genera politiche che non la
favoriscono, gli interventi “politici” hanno invece mostrato come questa
cultura avversa alla famiglia sia stata rivendicata dalle due
relatrici.
Questo equivoco è stato alimentato dalle posizioni prese negli ultimi mesi dal Forum delle associazioni familiari,
ossia la rinuncia di un metodo che privilegi l’affermazione umile ma
netta dei principi di verità relativi alla famiglia, che è soltanto
quella fondata sul matrimonio per sempre di un uomo e di una donna. La
rinuncia di questo metodo ha portato il Forum alla non partecipazione ai
due Family day del giugno 2015 e del gennaio 2016 e a dissociarsi dal modo di procedere, valoriale prima che economico, del Comitato Difendiamo i nostri figli
che ha promosso i due eventi, privilegiando invece il dialogo con i
governi con l’obiettivo di ottenere più soldi per le famiglie.
Oggi,
dopo la terza Conferenza sulla famiglia, questo metodo è fallito. Non
ha portato alcun vantaggio economico ulteriore alle famiglie e ha
favorito la confusione sul piano dei princìpi, alla luce anche degli
interventi di Boldrini e Boschi che hanno entrambe dichiarato nei loro
interventi di essere contente perché non si parla più di famiglia, ma
bensì di famiglie, cioè di diversi modelli di famiglia, etero e same
sex, finalmente messe sullo stesso piano.
Un
disastro culturale, dunque, unito al fatto che non è arrivata neppure
l’elemosina richiesta allo Stato. Soprattutto, sono stati persi mesi
importanti che hanno visto una parte significativa del mondo profamily
sfilarsi dalle battaglie di principio per raggiungere obiettivi
economici che invece sono stati negati. E, inoltre, si è provocata una
divisione interna al mondo profamily, confermata dal mancato
coinvolgimento ai lavori della Conferenza del maggiore esponente dei
Family day, Massimo Gandolfini, il Presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli.
Adesso,
alla luce di quanto accaduto, sarebbe ragionevole ricominciare daccapo,
riconoscendo la centralità della battaglia culturale senza la quale
anche eventuali aiuti economici alla famiglia sarebbero ininfluenti sul
lungo periodo e ricostruendo rapporti di unità e di collaborazione con
chi questa battaglia culturale non ha mai smesso di combatterla.
In
particolare, sarebbe bene ricordare come la scelta di difendere i
nostri figli dalla penetrazione dell’ideologia gender nelle scuole,
anche attraverso una battaglia pubblica, si stia rivelando una scelta
profetica, alla luce della pervicacia delle dichiarazioni di Boldrini e
Boschi, che hanno scelto di confermare le loro convinzioni gayfriendly
addirittura davanti a un pubblico convocato per aiutare la famiglia. Non
una scelta divisiva, dunque, al contrario l’unica scelta capace di
mettere in luce la vera portata dello scontro antropologico in corso,
che riguarda la verità sulla famiglia molto prima e molto di più che
quanto e come assisterla economicamente.
È un bene che il Presidente del Forum lo abbia riconosciuto su Avvenire
(30 settembre) nella stessa intervista in cui manifestava la sua
delusione per l’esito della Conferenza sulla famiglia. Prego e spero che
questo comporti un ritorno alla completa unità del mondo profamily
nella prospettiva di una battaglia di principio a sostegno dell’unica
famiglia possibile, quella prevista dal progetto d’amore di Dio
sull’uomo. So perfettamente come le famiglie non vivano di soli princìpi
e come abbiano bisogno di essere aiutate economicamente e socialmente,
ma credo anche che il rischio peggiore sia quello di non comunicare più a
chi verrà dopo di noi l’importanza e la bellezza del valore-famiglia
senza aver ottenuto un soldo per aiutarla.
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risponerò appena possibile