PERCHE' SONO CROLLATI I PREZZI DEGL'IMMOBILI?
PUBBLICHIAMO IL PARERE DEL DR. CAVICCHI DI FERRARA
IL CROLLO DEL VALORE
DELLE CASE
Nell’ultimo decennio anche a Ferrara i prezzi delle case sono
crollati e non c’è ancora nessun segnale d’inversione di tendenza. Tuttavia gli
ottimisti sperano che si verifichi a breve un rialzo dei valori immobiliari, in
grado di stimolare i futuri investimenti di settore. D’altro canto i pessimisti
(e noi tra questi) sostengono che, non solo non si raggiungeranno più i valori
del “decennio delle meraviglie”, ma (come conferma anche Bankitalia) i
rendimenti delle abitazioni continueranno a diminuire, nonostante si siano azzerati le rendite dei titoli di stato.
Vediamo il perché.
Fino al 2008 i prezzi sono aumentati per poi stabilizzarsi a
partire dal 2011 e, quindi, diminuire ad iniziare dal 2012. Cos’è successo? Secondo
Palazzo Kock, in passato, la domanda crescente di case è stata alimentata dall’aumento del numero dei
nuovi nuclei famigliari, conseguenza della crescita demografica e dalla
convinzione dei proprietari di case che la stagnazione delle vendite fosse
congiunturale e, quindi, temporanea. Ma si sbagliavano: nel biennio 2012-2013 i
prezzi sono calati del 9,5%, dando origine, contemporaneamente, a uno stock
d’invenduto superiore alle 500 mila unità abitative. Tendenza che riteniamo sia
ormai strutturale, in quanto causata dal difficile accesso al credito, dei
giovani e degli immigrati regolari (categorie neglette perché in possesso di
contratti atipici o a tempo indeterminato a tutele crescenti (furbissimo
contratto a termpo determinato). Ricordiamo agli smemorati che, in tempi
recenti, i giovani e i lavoratori stranieri hanno sostenuto la domanda e
garantito la stabilità dei prezzi delle abitazioni, soprattutto a quelle di
valore medio-basso.
E’ necessario prenderne atto e comprendere che stiamo vivendo
una fase di sviluppo strutturalmente diversa dalla precedente: in Italia, nei
decenni passati, la percentuale dei proprietari di case era molto elevata, in
quanto si configurava come patrimonio diffuso, frutto del risparmio “forzoso”
delle famiglie le quali, non avendo a disposizione un’ampia proposta di beni
rifugio (i fondi pensioni e le previdenze integrative sono da noi fenomeni
relativamente recenti), si erano orientate al mattone. Ora, però, il merito
storico della casa di proprietà ha subito un colpo durissimo a causa della rapida
e crescente tassazione sugli immobili. Non è stato sempre così: in passato
l’abitazione (quella primaria, in particolare) è stata tassata con precauzione
e parsimonia, in quanto il legislatore la considerava frutto del risparmio
delle famiglie e quindi riserva di valore per l’Intero paese.
In passato, anche a Ferrara la tassazione sulla casa si è
fermata sulla soglia dell’esosità. Oggi, però, non è più così: lo dimostra un
recente studio che pone Ferrara al trentatreesimo posto nella specifica
graduatoria della tassazione (IMU e TASI) sulla casa; sesta in Regione (con un
prelievo complessivo di 46 milioni di euro, pari a 339 euro a persona) e ben al
di sopra di Rovigo (11 milioni di euro totali e 217,5 euro a persona). Quel che
però stupisce è che da noi, fuori da ogni logica, la pressione fiscale incide
maggiormente sulle famiglie più numerose (sovente le più fragili) e che, al di
là di ogni promessa, la somma dell’IMU e della TASI è oggi più elevata della
vecchia IMU. Sembra che il “merito” del risultato vada riconosciuto, almeno
parzialmente all’ex assessore al Bilancio, Luigi Marattin, ora emigrato alla
corte del premier Renzi. Già in passato abbiamo avuto l’occasione di
sottolineare che il cervellotico algoritmo predisposto da Marattin era solo un
ampolloso, quanto inefficace, strumento di discriminazione fiscale. Ce lo
conferma il nuovo assessore al Bilancio, Luca Vaccari, dicendoci che le
famiglie più numerose non avranno quest’anno le stesse agevolazioni fiscali
dell’anno passato. Ma – sostiene – il comune non può farci nulla. Se dolo c’è
questo va addebitata al governo il quale, tagliando le risorse ha ridotto
ulteriormente le poste attive di bilancio. Tesi assai apprezzata anche dal
sindaco Tiziano Tagliani il quale se la prende con l’ISEE (indicatore della
situazione economica equivalente), strumento che garantisce prestazioni e
servizi sociali a condizione di favore alle famiglie bisognose.
Ci permettiamo di porre al sindaco e all’assessore una banale
domanda: e se invece di prendersela con Renzi e Bonaccini (governatore
regionale appena insediato) stessero più attenti alle spese? Sono certi, solo
per fare qualche esempio, che i 200 mila euro elargiti a Felicity (per la “rivitalizzazione”
del centro cittadino) e gli altri 260 mila concessi alla cooperativa Camelot
per il progetto sull’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati (compresi
i disagiati psichici), siano spese tanto qualificate da indurre sindaco e
giunta a distogliere l’attenzione dagli
sgravi alle famiglie più numerose?
Alberto Cavicchi
Centro studi economici e sociali “Luigi Einaudi” – Ferrara
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