GRECIA - RUSSIA...... CHIAMA EUROPA?



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GLI ACCORDI RUSSIA-GRECIA E I TIMORI DELL’EUROPA
Gli accordi recentemente sottoscritti tra il primo ministro greco Alexis Tsipras e il presidente russo Vladimir Putin creano imbarazzo all’Europa e, si teme, ne minaccino l’unità. Questo era ciò che voleva  Putin e che – per converso – era temuto dai paesi dell’Ue e dalla Germania, in primo luogo. Lo testimonia Gernot Erler, coordinatore del governo tedesco per la cooperazione economica con la Russia e con l’Asia centrale ed orientale, il quale ha sostenuto recentemente che la soluzione politica della crisi ucraina necessità dell’unità dei paesi europei. Diversamente – aggiunge – la Russia avrà gioco facile nell’influenzare negativamente i comportamenti (sempre più insofferenti verso la UE) della Grecia, dell’Ungheria, della Bulgaria e della Repubblica Ceca.
L’avvertimento di Berlino si rivolge anche a Renzi che – secondo la Merkel – sarebbe tentato di alleggerire le sanzioni nei confronti di Putin, al fine di evitare il controembargo russo che sta gravemente danneggiando le nostre esportazioni verso la Russia. La cancelliera tedesca vorrebbe dare lezioni di correttezza istituzionale al nostro paese, ma si dimentica  che – lei per prima – ha sottoscritto con Putin (lo stesso Putin che ora è diventato, agli occhi della Germania, un pericoloso guerrafondaio) contratti per l’acquisto d’immani quantità di gas.
Tuttavia, nonostante le ipocrisie tedesche, la Grecia ha firmato accordi che le permetteranno di ricevere il gas russo a condizione di favore e di ottenere prestiti dalla Russia, in cambio della cessione di suoi asset strategici. Tra questi, il più appetibile è la Depa (società pubblica ellenica per la fornitura di gas). Inoltre, Tsipras ha ottenuto il sostegno di Putin alla richiesta greca di avere dalla Germania 278 miliardi di euro di risarcimento per danni di guerra e, di conseguenza, l’appoggio all’applicazione della sentenza, emessa dalla Corte suprema di Atene, che autorizza il governo greco alla confisca di beni tedeschi.
In sintesi, le rigidità delle politiche economiche europee hanno gettato la Grecia tra le braccia di Putin il quale, in questo modo, non solo ha diviso i paesi dell’UE e dell’intero Occidente, ma si è aggiudicato una “base-vedetta” (la Grecia, appunto) che, controllando da presso la Turchia (base strategica dell’Alleanza atlantica) di fatto compromette l’efficacia militare della Nato.
Quel che, a questo punto, dovremmo chiederci è se gli accordi economici tra Russia e Grecia abbiamo carattere strategico o tattico. Noi propendiamo per quest’ultima ipotesi: la Russia non ha come obbiettivo principale di aggredire i paesi dell’Ue. Il suo vero intento è di costruire una stretta alleanza con la Cina, in funzione antistatunitense. Vediamo come il comune disegno russo-cinese sta prendendo forma.
Nel 2000 Putin, in collaborazione con i presidenti del Kazakistan e della Bielorussia ha dato avvio alla Comunità economica euroasiatica (che comprendeva allora, oltre alla Russia, Bielorussia e Kazakistan, anche il Kirghizistan e il Tagikistan) che, di fatto, si oppone a quella europea. Nel 2010 nacque, poi, la nuova Unione doganale euroasiatica che diede origine – nel 2012 – allo Spazio economico comune che, ora, sta dando forma conclusa all’Unione euroasiatica.
Attraverso questo progetto d’integrazione, Putin aspira ad acquisire, oltre alla leadership russa, il ruolo di presidente dell’Unione euroasiatica. A quale fine? Vediamone le ragioni. Oggi, i rapporti bilaterali russo-cinesi sono ottimi e improntati alla difesa dei reciproci interessi nazionali e alla costruzione di un ferreo fronte di contrasto all’egemonismo statunitense. Alla base di questa solida amicizia c’è una visione geopolitica comune che contrasta il centralismo utilitaristico degli Usa e dei suoi alleati, che si è reso palese a partire dalla  fine della Guerra fredda.
Allo scopo di reggere il confronto politico internazionale russi e i cinesi hanno avviato una sorta di integrazione commerciale e militare, nella quale la Russia ha il ruolo di potenza atomica e la Cina quello di inesauribile mercato. Questi reciproci riconoscimenti sono stati resi evidenti con la sottoscrizione di contratti per la fornitura ai cinesi di gas russo per un importo di  oltre 400 miliardi di euro.
Concludendo, potremmo dire che, nei prossimi anni, i destini dell’umanità si giocheranno nel Pacifico ( tra la potenza nordamericana e quelle euroasiatiche). Possiamo, dunque, dire che il conflitto tra Putin e l’Unione europea non è che un banalissimo depistaggio, che ha lo scopo di destabilizzare l’Alleanza atlantica. Di conseguenza, gli accordi russo-grechi altro non sono che il rimbombo di un tamburo di latta che rimbalza sulla sofisticata scacchiera mondiale del potere politico e militare.
Alberto Cavicchi
Centro studi economici e sociali “Luigi Einaudi” – Ferrara

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