OKKIO ALLA STRUMENTALIZZAZIONE DEL PAPA DA PARTE DELLA SINISTRA
Scalfari e il Papa, «manipolazioni per lettori ingenui»
di Massimo Introvigne
La nuova Bussola Quotidiana, 14 luglio 2014
C'eravamo tanto amati.
Sembra al capolinea la luna di miele fra la Sala Stampa vaticana e
Eugenio Scalfari. A proposito di una sedicente «intervista» a Papa
Francesco pubblicata su La Repubblica del 13 luglio, la Sala
Stampa ha diffuso una nota ufficiale che, per chi conosce il felpato
linguaggio vaticano, contiene espressioni di una durezza davvero senza
precedenti.
La nota afferma che «non si può e non si deve
parlare in alcun modo di un’intervista nel senso abituale del termine,
come se si riportasse una serie di domande e di risposte che
rispecchiano con fedeltà e certezza il pensiero preciso
dell’interlocutore». Scalfari ha avuto un colloquio con il Papa, non ha
trascritto né registrato quanto il Pontefice gli ha detto e più tardi,
sulla base della sua memoria - o forse della sua fantasia - ne ha
pubblicato un resoconto. Inducendo la Sala Stampa a «ribadire con forza
quanto già si era detto in occasione di una precedente “intervista”
apparsa su Repubblica, cioè che le singole espressioni riferite, nella
formulazione riportata, non possono essere attribuite con sicurezza al
Papa.
Ad esempio e in particolare,
ciò vale per due affermazioni che hanno attirato molta attenzione e che
invece non sono attribuibili al Papa. Cioè che fra i pedofili vi siano
dei “cardinali”, e che il Papa abbia affermato con sicurezza, a
proposito del celibato, “le soluzioni le troverò”». «Nell’articolo
pubblicato su Repubblica - conclude la nota ufficiale vaticana -
queste due affermazioni vengono chiaramente attribuite al Papa, ma -
curiosamente - le virgolette vengono aperte prima, ma poi non vengono
chiuse. Semplicemente mancano le virgolette di chiusura… Dimenticanza o
esplicito riconoscimento che si sta facendo una manipolazione per i
lettori ingenui?».
Dal momento che non voci di corridoio,
ma una nota ufficiale della Santa Sede, qualificano l'operazione come
una volgare «manipolazione per i lettori ingenui» non ci sarebbe, a
rigore, niente da commentare sul merito della falsa «intervista». Il
Papa avrebbe detto a Scalfari - il condizionale è d'obbligo - che
continuerà nella sua lotta contro la pedofilia, peraltro diffusa in
molti ambiti e non solo fra i sacerdoti, e la criminalità organizzata,
fenomeno che il Pontefice si riprometterebbe di studiare meglio,
rendendosi conto che in Italia ha caratteristiche uniche che per un non
italiano non sono sempre facili da capire. Avrebbe rintracciato le
radici della pedofilia e di un certo consenso sociale alle mafie in una
gravissima crisi educativa: il che del resto corrisponde a quanto Papa
Francesco ha più volte esposto in atti pubblici del suo Magistero.
Avrebbe confermato il suo impegno ecumenico con valdesi e pentecostali, e
il dialogo con gli ebrei.
Nei passi più problematici,
avrebbe anche detto che i suoi collaboratori gli assicurano che i preti
pedofili sono solo il due per cento del totale dei sacerdoti, ma che
questa cifra è comunque eccessiva e gravissima, anche perché comprende
«vescovi e cardinali». La parte sui cardinali è stata opportunamente
smentita. Studio il problema dei preti pedofili da qualche anno, e non
ho mai sentito parlare di cardinali accusati di pedofilia, se non in
casi in cui le accuse erano palesemente false. Quanto al due per cento, i
libri che esaminano i dati statistici sui preti pedofili non sono molti
su scala internazionale, e qualcuno l'ho scritto io. O il Papa è caduto
in un equivoco, o Scalfari non ricorda bene. Il due per cento è un dato
non mondiale, ma statunitense, che si riferisce ai preti accusati - il
che non significa colpevoli, dal momento che alcuni degli accusati si
sono poi rivelati innocenti - di rapporti sessuali con minori. Questi
ultimi sono qualcosa di diverso dalla pedofilia. Se un sacerdote ha un
rapporto con una sedicenne non si tratta certamente di un comportamento
tollerabile, ma neppure si tratta di pedofilia, la cui definizione
medica e legale fa riferimento a rapporti con minorenni non ancora
giunti alla pubertà. Il due per cento non si riferisce dunque ai «preti
pedofili», che sono certamente molti di meno.
Un altro aspetto problematico riguarda il celibato sacerdotale.
Il Papa avrebbe ricordato a Scalfari un'ovvietà, cioè che il celibato
non è un dato dogmatico ma disciplinare, e infatti le Chiese cattoliche
di rito orientale - che sono pienamente cattoliche - ordinano uomini
sposati. Ma avrebbe anche detto che «le soluzioni ci sono e le troverò»,
il che potrebbe lasciare intendere che si è alle soglie di
un'estensione della disciplina orientale al rito latino e sarebbe in
contrasto con altre affermazioni pubbliche di Papa Francesco, dove ha
riaffermato invece il grande valore spirituale e pastorale del celibato.
Anche questa parte è stata oggetto di specifica smentita.
Ma, ripeto, è difficile commentare le fantasie di Scalfari.
O forse un commento è necessario. Come ricorda la nota della Sala
Stampa, non è la prima volta che Scalfari si inventa un'intervista con
il Santo Padre. Mesi fa fu costretto a presentarsi alla stampa estera a
Roma ammettendo che alcune frasi attribuite a Papa Francesco erano un
semplice frutto della sua immaginazione. Il lupo, anche anziano, perde
il pelo ma non il vizio. Scalfari riferisce - e avrà senz'altro ragione -
che il Papa lo ha ricevuto diverse volte perché è interessato a
confrontarsi con un non credente, per capire come ragiona un vasto mondo
che è lontanissimo dalla Chiesa ma che nello stesso tempo ha un ruolo
importante - si potrebbe anche dire dominante e dittatoriale - nella
cultura contemporanea. Sono scelte personali del Papa, che sarebbe
ozioso discutere. Si può invece discutere, e forse si deve, la scelta
della Sala Stampa vaticana di non esigere da Scalfari, dopo i
precedenti, che qualora volesse raccontare qualcosa su «Repubblica» di
questi colloqui dovrebbe impegnarsi a far rivedere prima il testo dalla
Santa Sede. Le note pubblicate dopo - se hanno il merito di chiamare con
chiarezza «manipolazione per i lettori ingenui» una spregiudicata
operazione giornalistica - danno però l'impressione di chiudere la
stalla quando i buoi ormai sono scappati.
Commenti
Posta un commento
risponerò appena possibile