....SE LO DICIAMO NOI "LIBERALI"SIAMO DISFATTISTI.........

Sull'Italia grava "un debito elevato" che richiede l'attuazione di "politiche di bilancio responsabili". È il monito della Commissione Ue all'Italia, esplicitato dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici nel corso di un'audizione all'Europarlamento. Moscovici invita l'Italia ad affrontare con le riforme il problema della competitività, un messaggio che assume particolare rilievo in vista di una possibile intesa di governo M5S/Lega:
"Non voglio entrare nel processo democratico interno o chiedere riforme impopolari - ha sottolineato Moscovici - ma in Italia la questione della debolezza della competitività è una sfida che deve essere affrontata con riforme. In Italia il livello del debito è elevato e per ridurlo bisogna sostenere la crescita ma anche condurre politiche di bilancio responsabili". Il commissario francese ha aggiunto che l'Italia "è un grande Paese, la terza economia della zona euro e ben presto della Ue (dopo la Brexit, ndr), è un Paese impegnato nella costruzione europea e quindi deve applicare le regole comuni che ha contribuito a forgiare". Si tratta di regole "positive che permettono di combattere il debito che è un fardello che pesa sulle generazioni future".
Moscovici ha poi sottolineato che "la Commissione Juncker non è favorevole all'austerità (in quanto tale)" e che "le riforme necessarie adesso non riguardano tanto le privatizzazioni e le liberalizzazioni: siamo in un periodo di ripresa e quindi le riforme non possono essere le stesse della fase precedente, ma devono avere l'obiettivo di rafforzare la crescita, il sistema educativo e di formazione, promuovere l'innovazione e la ricerca, il tutto per avere una crescita economica inclusiva".
Al monito di Moscovici si accompagna l'appello del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia alla responsabilità sul fronte dei conti pubblici da parte del prossimo governo. "Noi" - ha detto a margine dell'inaugurazione della nuova sede di Sorgenia - "pensiamo che il deficit non si debba sfondare, perché deficit significa fare debito pubblico. Andare a chiedere di fare più debito non mi sembra un capolavoro per l'Italia". Inoltre, ha sottolineato, si deve fare "attenzione perché non vorremmo che a fronte di qualche decimale di flessibilità che ci viene concesso dall'Europa, perdiamo di vista le strategie europee che dobbiamo fare".
Sul fronte delle possibili alleanze per la formazione del nuovo governo, "abbiamo detto che non abbiamo paura di nessuno". Per quanto riguarda ad esempio l'eventuale introduzione del reddito di cittadinanza, ha aggiunto Boccia, "abbiamo detto che dobbiamo stare particolarmente attenti all'impatto sul deficit del paese. Abbiamo un debito pubblico rilevante e dobbiamo fare i conti con quella che è la questione italiana e non è la questione europea. Il debito pubblico deve scendere. Dobbiamo fare" - ha concluso - "cose intelligenti, dobbiamo continuare a spingere sulla crescita, ridurre il debito pubblico e fare operazioni che possano essere inclusive, a partire dal mondo del lavoro. Vediamo quale elemento impatta sul deficit, con quali risorse e come si può costruire un paese che continui a spingere sulla crescita".
A chiedere all'Italia "una prova di realtà" è anche la direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde intervistata da Repubblica. "Io spero molto che in Italia, come in altri Paesi, si capisca la necessità di rafforzare l'economia, anche per aiutare il discorso politico. Visto il momento, vista l'arena globale nella quale ci muoviamo, è estremamente importante che l'area euro sia resa più forte, più stabile e in grado di garantire prosperità e generare posti di lavoro, agevolando la nascita di imprese. Bisogna andare avanti".
Sull'ipotesi di una cancellazione della legge Fornero e l'introduzione di un reddito di cittadinanza, Lagarde aggiunge: "anzitutto: le idee politiche cambiano, nel tempo. E cambiano quando qualcuno arriva al governo e deve prendere decisioni per il proprio paese. Chi governa capisce il rischio di creare instabilità, la necessità di una bussola o che non si possa spendere più di ciò che si incassa. Che le entrate contano quanto le uscite. E questa 'prova di realtà' arriva sempre, quando si arriva al potere".

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