NO ALLA D.L. CIRINNA'

L'importanza della piazza

di Marco Invernizzi
Newsletter della Comunità Ambrosiana, 24 gennaio 2016


È importante tornare spesso sulle pubbliche piazze per manifestare il proprio amore alla famiglia, al diritto alla vita e alla libertà della società dalle diverse forme di oppressione dello Stato.

È importante perché in piazza si incontra il paese reale e lo si può accostare senza i filtri dei media, dei partiti politici, ma direttamente, faccia a faccia, una persona per volta.
Non è facile perché il Paese viene attraversato da una pressione mediatica che passa soprattutto attraverso la televisione, che trasmette una serie ininterrotta di luoghi comuni che poi noi ritroviamo nelle persone che incontriamo nelle piazze.

Infatti, se è bello ritrovare ad ogni veglia delle Sentinelle in Piedi le migliaia di persone che ormai stanno diventando "gli eroi della famiglia", molto più importante è la testimonianza che questi eroi danno a chi li incontra per la prima volta e li vede in silenzio, ordinati, mentre leggono un libro e non si curano delle offese che quasi sempre vengono lanciate contro di loro.

Questa è la vera missione della piazza: offrire una testimonianza pubblica di serenità, di pace e di verità per il progetto d'amore previsto da Dio attraverso l'incontro di un uomo e di una donna.

Questa testimonianza sarà enorme sabato prossimo a Roma, in occasione del Family day, così come avvenne nel 2007 e il 20 giugno dello scorso anno, ma è altrettanto importante in ogni singola veglia. Così come è importante il modo di porgere un volantino a chi passa durante una veglia, o chiede informazioni, o anche apre una conversazione. Bisogna rispondere con gentilezza, senza mai alzare i toni, con simpatia verso chi parla anche se spesso dice cose non condivisibili e a volta aberranti.

Spesso, le persone che incontriamo in piazza non hanno altra possibilità di ascoltare qualcuno che dica loro la verità sul matrimonio e la famiglia e su tante altre cose. Quindi questa presenza è insostituibile e ha il grande vantaggio di essere diretta, personale e così di aprire diverse possibilità di costituire relazioni, gruppi, realtà che durino nel tempo.

Questa è la battaglia dell'epoca postmoderna, quella successiva all'epoca delle ideologie. Ogni epoca ha bisogno di uno stile particolare e questo è lo stile del nostro tempo. Uno stile che privilegia sempre il rapporto personale, la creazione di un rapporto di simpatia e di amicizia al posto della polemica, che sa ascoltare prima di intervenire e che quando interviene si preoccupa di non ferire e di non infierire. Ci sono i luoghi dove la polemica è ancora all'ordine del giorno e sono le trasmissioni televisive, dove è difficile ascoltare un ragionamento e i presenti si parlano, gridando, uno sull'altro. In piazza dobbiamo stare con un altro stile. È come se, nel 1989, fosse finita la guerra di trincea e i soldati dei diversi fronti ne fossero usciti, cominciando a parlare fra loro. Molte delle persone che incontriamo, anche quando dicono cose assurde e anche se le dicono in tono aggressivo e inaccettabile, spesso nascondono soltanto una profonda tristezza o una latente disperazione.

Continuiamo quindi con convinzione e cerchiamo di contribuire sempre meglio alle varie possibilità di presenza pubblica. Da tante piccole iniziative nascono le grandi manifestazioni come quella di sabato prossimo a Roma, il Family day del 30 gennaio. Ma soprattutto queste piccole iniziative sono occasioni di apostolato irripetibili. Non lasciamole sfuggire.

Commenti