La Cei: «Unioni civili: giusto dare risposte, ma le adozioni siano fuori»

Il vescovo Nunzio Galantino, segretario della Cei, riconosce il dovere dello Stato di legiferare sulle «unioni di tipo diverso» che vengono crescendo nella società ma trova il disegno di legge Cirinnà avvolto in un «velo di ipocrisia» per togliere il quale ritiene necessario lo scorporo della questione delle adozioni e l’eliminazione dei rimandi al «diritto matrimoniale». Quanto a un eventuale Family Day dice che la Cei non lo promuoverà ma neanche lo impedirà e se un vescovo vorrà parteciparvi dovrà farlo a titolo personale e senza pretendere che vi partecipino gli altri.
Eccellenza, come mai nel dibattito sulle unioni civili c’è una scarsa presenza dei vescovi? 
«Non è scarsa. In tanti abbiamo parlato. Non mancano interventi sia del cardinale presidente della Cei sia miei. Anche su questo giornale. Nella Chiesa prevale questa idea: se dovessimo scriverla noi una legge, certamente non conterrebbe le soluzioni proposte dal ddl Cirinnà. La Chiesa italiana - vescovi, preti e laici - non ha alzato bandiera bianca. Solo chi è in malafede può affermare che manca la voce dei vescovi. Salvo poi accusare la Chiesa di ingerenza».
In questo dibattito molti intervengono parlando in nome dei valori cristiani. Che dice di questi protagonismi? 
«Se sono frutto di una seria responsabilità civica ed ecclesiale non possono che far piacere. Ho sentito interventi di parlamentari capaci di misurarsi con la complessità del tema e attenti, non per mero calcolo, a evitare il muro contro muro su realtà che vedono coinvolte persone con storie dolorose alle spalle o persone comunque bisognose di avere riconosciuti alcuni diritti fondamentali. Qui non sono in gioco solo dei principi. Su di essi penso ci sia sufficiente chiarezza nella diversità delle posizioni, ma non mi stancherò di invocare un passo indietro da parte di chi conosce solo modi ideologici di accostarsi alla realtà».
Il presidente del Consiglio ha ventilato la possibilità che sulle questioni controverse vi sia libertà di coscienza per il singolo parlamentare... «Non amo pronunziarmi su possibilità ventilate. Il testo in circolazione mostra in maniera evidente di essere, come ha detto il professor Mirabelli, un “garbuglio giuridico prima che politico”. Sembra costruito per tenere insieme posizioni altrimenti non componibili; in esso si prospettano soluzioni rappresentative dei vari gruppi politici o meglio dei gruppi di pressione in campo. Sarebbe più serio seguire altre strade per non finire con un testo che è la somma di più egoismi piuttosto che essere una composizione democratica in vista del bene comune! Perché non capire che la stepchild adoption non è necessariamente legata al tema delle Unioni civili e che essa va trattata in altra sede? Il problema è che alcuni fanno fatica a rinunziare al velo di ipocrisia che avvolge il testo del ddl liberandolo, per esempio, dai continui rimandi al diritto matrimoniale».

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