Musumeci, maggioranza sul filo Quasi certo il traguardo di 36 deputati - Possibile sostegno dalla lista di Cardinale

C’era un numero magico da raggiungere e il centrodestra lo ha raggiunto. Almeno così sembra e così confermano dall’Ufficio elettorale della Regione siciliana. Il numero magico è quello della maggioranza all’interno dell’Assemblea regionale siciliana e fa da corollario alla vittoria del candidato alla presidenza della Regione Nello Musumeci che a questo punto ha la maggioranza per governare senza alcuna necessità di fare accordi con altri partiti. In totale i partiti della coalizione portano a casa 29 seggi che sommati ai sette del listino del presidente fa 36, che è la maggioranza nel Parlamento regionale a 70 deputati. Una notizia nella notizia perché questa è stata una delle incognite della campagna elettorale.
Musumeci diventa presidente con circa il 40% dei voti: un risultato tondo (o quasi) come avevano previsto gli uomini del suo staff. E sempre loro sono sicuri che i numeri sono sufficienti a garantire un governo stabile anche se c’è chi rilancia un’alleanza con Sicilia Futura, il partito dell’ex ministro Salvatore Cardinale. E si comincia, anche se sottovoce, già a discutere della presidenza dell’Assemblea regionale: c’è chi nel centrodestra mette in dubbio la candidatura del commissario regionale azzurro Gianfranco Micciché a guidare il Parlamento. Si vedrà. Intanto, però, la Lega (con Fdi) per la prima volta entra nel Parlamento siciliano superando la soglia del 5%.
Musumeci stacca di oltre cinque punti percentuali il suo diretto sfidante, il candidato del Movimento 5 Stelle Giancarlo Cancelleri che alla fine di una giornata estenuante si ferma al 34,6% e entra in Parlamento di diritto. I grillini non eleggono il presidente ma portano a casa un risultato elettorale molto soddisfacente: la lista raccoglie il 26,6% e secondo i primi calcoli dell’ufficio elettorale potrà contare su un drappello di 19 deputati (che diventano 20 con Cancelleri).
Risultato negativo per il centrosinistra e non solo per la mancata elezione di Fabrizio Micari che finisce terzo con il 18,6% dei voti: non ce la fa a superare il quorum fissato al 5% Alternativa popolare che si ferma al 4,1% e non ce la fa nemmeno Arcipelago Sicilia - Movimento dei territori che prende a stento il 2,2% dei voti. Sempre nella coalizione di centrosinistra il Pd arriva al 13% mentre Pdr-Sicilia futura al 6 per cento. Claudio Fava arriva quarto con il 6,1% dei voti e la lista che lo sosteneva (Cento passi per la Sicilia) totalizza il 5,2 per cento.Solo lo 0,7% per Roberto La Rosa di Siciliani liberi.
Fin qui i numeri su cui i partiti faranno certo un ragionamento nei prossimi giorni. Il voto disgiunto potrebbe aver spostato da Micari ad altri almeno il 7% dei voti. Il rettore lo dice chiaramente. Il primo partito della regione resta quello degli astensionisti: si è recato poco meno del 47 per cento degli aventi diritto e dunque non ha votato oltre il 53% dei siciliani. Ed è a loro che guarda il neopresidente della Regione. «Il primo compito - dice Musumeci - è di recuperare oltre il 50% dei siciliani che ha deciso di non andare a votare. Dobbiamo restituire alla politica credibilità e autorevolezza. Un sondaggio di alcune ore fa dice in maniera disarmante che soltanto il 12% dei siciliani ha fiducia nella Regione. È un dato preoccupante che deve far riflettere tutte le forze politiche. Noi con la buona politica abbiamo il dovere di recuperare una larga fascia di siciliani».
Nino Amadore
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