SOLO IL GOVERNATORE EMILIANO SCRIVE UNA LETTERA AL SUO PARTITO LAMENTANDOSI DELLO SCANDALO DELLE BANCHE VENETE....... GLI ALTRI "POLITICI" NON DICONO NULLA?
Michele Emiliano, governatore della
Puglia e sfidante di Matteo Renzi al congresso, apre un nuovo fronte
nel Pd e contro il governo. Il decreto sulle banche venete, minaccia
Emiliano in una lettera al governo e ai parlamentari Pd, è invotabile
perchè «tradisce i risparmiatori, abbandonando completamente al loro
destino centinaia di migliaia di piccoli azionisti e di obbligazionisti
subordinati e comporta per lo Stato un onere spaventoso e, nella
sostanza, in larga parte non recuperabile. Intanto sono circa 700 gli
emendamenti presentati al provvedimento in Commissione Finanze alla
Camera (circa la metà dal Movimento 5 Stelle).
Alla lettera seguiranno altre iniziative
Emiliano sostiene nella lettera di aver avvertito il segretario dem
Matteo Renzi della sua iniziativa «cui altre ne seguiranno in sede
parlamentare» con l'obiettivo «di evitare che normative speciali
continuino a legiferare in modo retroattivo distruggendo la fiducia dei
risparmiatori, degli investitori e in genere delle persone per bene nei
confronti delle nostre istituzioni finanziarie e ancor
prima del Partito Democratico».
prima del Partito Democratico».
«Io credo - sostiene il governatore pugliese - che, di fronte alle
gravissime conseguenze sopra ricordate, il Partito Democratico abbia la
responsabilità di chiedere al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan
di spiegare le ragioni che
hanno condotto il governo Gentiloni a presentare senza alcun confronto preventivo il decreto legge al Parlamento con una sorta di ricatto implicito: «approvarlo così oppure salta tutto. Questo è inaccettabile e la responsabilità non è certo di Banca Intesa trascinata dal Ministero dell'Economia, fuori
tempo massimo in questa condizione».
hanno condotto il governo Gentiloni a presentare senza alcun confronto preventivo il decreto legge al Parlamento con una sorta di ricatto implicito: «approvarlo così oppure salta tutto. Questo è inaccettabile e la responsabilità non è certo di Banca Intesa trascinata dal Ministero dell'Economia, fuori
tempo massimo in questa condizione».
Si valuta l’ipotesi di fermare il decreto
La richiesta «in mancanza di un'interlocuzione trasparente» è «di
valutare l'ipotesi di fermare il Decreto Legge 99/2015 e di riaprire con
l'Europa il confronto sull'intervento di ricapitalizzazione
precauzionale anche di fronte a una condizione chiaramente diversa delle
banche venete rispetto al Mps».
Circa 700 emendamenti al decreto
Intanto sono circa 700 gli emendamenti presentati dai deputati al decreto per il salvataggio delle banche venete, all'esame della commissione Finanze. Secondo quanto si apprende oltre la metà delle proposte di modifica, 450, sono state avanzate dal Movimento 5 Stelle. Domani, 4 luglio, saranno dichiarate le ammissibilità degli emendamenti, il voto inizierà mercoledì con l'obiettivo di chiudere con il mandato al relatore entro la settimana, in tempo per mandare il testo in Aula lunedì 10 luglio.
Intanto sono circa 700 gli emendamenti presentati dai deputati al decreto per il salvataggio delle banche venete, all'esame della commissione Finanze. Secondo quanto si apprende oltre la metà delle proposte di modifica, 450, sono state avanzate dal Movimento 5 Stelle. Domani, 4 luglio, saranno dichiarate le ammissibilità degli emendamenti, il voto inizierà mercoledì con l'obiettivo di chiudere con il mandato al relatore entro la settimana, in tempo per mandare il testo in Aula lunedì 10 luglio.
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