Bce, il “regalo” a Italia e Spagna. Ma Roma è nel mirino
Le misure non convenzionali adottate dalla Bce hanno portato beneficio soprattutto all’Italia e alla Spagna. E’ quanto risulta dal bollettino economico appena reso noto dalla Banca centrale europea.
L’effetto combinato delle misure non convenzionali adottate dal giugno del 2014 ha portato alla riduzione, in modo considerevole, dei rendimenti, in un’ampia gamma di segmenti dei mercati finanziari. In genere gli effetti si intensificano con l’aumentare della scadenza e del rischio.
Nel bollettino si legge poi che, nello specifico:
Si stima un impatto notevole per le obbligazioni sovrane a lungo termine, con un calo dei rendimenti sui titoli a dieci anni pari a circa 70 punti base per l’area dell’euro e a circa 100 punti base per Italia e Spagna“.
Detto questo, la Bce è tornata a lanciare un monito sull’utilizzo “inappropriato” della flessibilità di bilancio, che certo è prevista nelle stesse regole dell’Ue suiconti pubblici dei paesi membri a fronte di riforme strutturali adottate o promosse dai paesi, ma che non può diventare un modus operandi.
Dato che solo poche tipologie di riforme potrebbero effettivamente comportare costi di bilancio a breve termine, la flessibilità concessa dal Patto deve essere applicata con cautela per evitare il rischio di un uso inappropriato”.
Proprio l’Italia ha già beneficiato di questo sconto. Continua la Bce, ricordando l’atteggiamento di Bruxelles dello scorso marzo, quando:
nel valutare se avviare o meno una procedura per i disavanzi eccessivi per Italia e Belgio sulla base del criterio del debito la Commissione europea ha considerato nelle sue relazioni che l’attuazione di riforme strutturali era uno dei fattori significativi a giustificazione della scelta di non avviare una procedura”.
Andando in avanti, nel bollettino economico, sempre sulla questione, si legge:
Inoltre, nel quadro del braccio preventivo, all’Italia è stato concesso un margine complessivo dello 0,4 per cento del Pil per la deviazione dal percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine nel 2016, in ragione del piano di riforme strutturali presentato dalle autorità italiane recante una valutazione quantitativa dei costi di bilancio a breve termine delle riforme strutturali pari allo 0,2 per cento del Pil.
In riferimento alla possibilità di estendere il QE, nella riunione di dicembre, l’istituto di Francoforte ha ribadito che “il grado delle politiche monetarie accomodanti sarà rivalutato a dicembre, quando saranno disponibili le nuove proiezioni economiche degli esperti dell’Eurosistema. E:
Il Consiglio direttivo ha ribadito la propria volontà e capacità di agire ricorrendoa tutti gli strumenti disponibili.
Di fatto, il piano di Quantitative easing “è dotato di flessibilità sufficiente da poterne adeguare dimensioni, composizione e durata”.
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