Papa Francesco: «Il gender è colonizzazione ideologica. Pensate ai Balilla, pensate alla Gioventù Hitleriana»

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Di ritorno dal viaggio nelle Filippine, papa Francesco ha intrattenuto sull’aereo una lunga conversazione coi giornalisti in cui, con lo stile colloquiale che gli è proprio, ha parlato dei più diversi argomenti. Tra questi, anche la cosiddetta teoria del gender, definita dal Pontefice una nuova forma di «colonizzazione ideologica». Di seguito riportiamo alcune delle sua parole, così come sono state trascritte dalla Radio vaticana.
I GESTI DEI FILIPPINI. Parlando di ciò che l’ha maggiormente commosso del popolo filippino, papa Bergoglio ha detto che è rimasto colpito dai «gesti! I gesti mi hanno commosso. Non sono gesti protocollari, gesti buoni. Erano gesti sentiti e gesti dal cuore. Alcuni quasi fanno piangere. C’è tutto lì: la fede, l’amore, la famiglia, le illusioni, il futuro… Quel gesto dei papà, quando alzavano i bambini, perché il Papa li benedicesse. Il gesto di un papà. Ce n’erano tanti. Alzavano i bambini, lì, quando passavo per la strada. Un gesto che da altre parti non si vede. Come se loro dicessero: questo è il mio tesoro, questo è il mio futuro, questo è il mio amore, per questo vale la pena lavorare, per questo vale la pena soffrire. E’ un gesto originale, ma nato dal cuore. Il secondo gesto che mi ha colpito tanto è un entusiasmo non finto, la gioia, l’allegria, capaci di fare festa anche sotto l’acqua».
I POVERI. Quando una di voi mi domandato qual era il messaggio che io portavo nelle Filippine, io ho detto: i poveri. È il messaggio che la Chiesa oggi dà. (…) Oggi non si scarta la carta, quello che avanza, soltanto. Si scartano le persone. E la discriminazione è una maniera di scarto, no? Si scarta questa gente. (…) Credo che la Chiesa debba dare esempio ogni volta di più in questo, di rifiutare ogni mondanità. A noi consacrati, vescovi, preti, suore, laici che credono davvero, il peccato più grave, la minaccia più grave è la mondanità. Ma è tanto brutto guardare quando si vede un consacrato, un uomo di Chiesa, una suora, mondano. È brutto. Questa non è la strada di Gesù. È la strada di una Ong che si chiama Chiesa. Ma questa non è la Chiesa di Gesù (…) Ma lei (il giornalista che ha posto la domanda, ndr) mi ha fatto pensare con quello del terrorismo dello Stato. Che questo scarto sia come un terrorismo.
GENDER COLONIZZAZIONE IDEOLOGICA. Venti anni fa, nel 1995, una Ministro dell’Istruzione Pubblica aveva chiesto un prestito forte per fare la costruzione di scuole per i poveri. Le hanno dato il prestito a condizione che nelle scuole ci fosse un libro per i bambini di un certo livello. Era un libro di scuola, un libro preparato bene didatticamente, dove si insegnava la teoria del gender. Questa donna aveva bisogno dei soldi del prestito, ma quella era la condizione. Furba, ha detto di sì e anche ha fatto fare un altro libro e ha dato i due (libri) e così è riuscita… Questa è la colonizzazione ideologica: entrano in un popolo con un’idea che niente ha da fare col popolo; sì, con gruppi del popolo, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura. Durante il Sinodo i vescovi africani si lamentavano di questo, che è lo stesso che per certi prestiti (si impongano) certe condizioni. Io dico soltanto questa che io ho visto. Perché dico “colonizzazione ideologica”? Perché prendono, prendono proprio il bisogno di un popolo o l’opportunità di entrare e farsi forti, per (mezzo de)i bambini. Ma non è una novità questa. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Sono entrate con la loro dottrina. Pensate ai Balilla, pensate alla Gioventù Hitleriana. Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo. Ma quanta sofferenza. I popoli non devono perdere la libertà. Il popolo ha la sua cultura, la sua storia; ogni popolo ha la sua cultura. Ma quando vengono condizioni imposte dagli imperi colonizzatori, cercano di far perdere ai popoli la loro identità e fare una uguaglianza. Questa è la globalizzazione della sfera: tutti i punti sono equidistanti dal centro. E la vera globalizzazione – a me piace dire questo – non è la sfera. È importante globalizzare, ma non come la sfera, ma come il poliedro, cioè che ogni popolo, ogni parte, conservi la sua identità, il suo essere, senza essere colonizzata ideologicamente. Queste sono le “colonizzazioni ideologiche”. C’è un libro, scusatemi, ma faccio pubblicità, c’è un libro che forse lo stile è un po’ pesante all’inizio, perché è scritto nel 1903 a Londra (il Papa ne ha parlato anche altre volte, ndr). A quel tempo questo scrittore ha visto questo dramma della colonizzazione ideologica e lo descrive in quel libro. Si chiama “The Lord of the Earth” o “The Lord of the World”, uno dei due. L’autore è Benson, scritto nel 1903, ma vi consiglio di leggerlo. Leggendo quello capirete bene quello che voglio dire con “colonizzazione ideologica”.
FIGLI E CONIGLI. Io che volevo dire di Paolo VI? È vero che l’apertura alla vita è condizione del Sacramento del matrimonio. Un uomo non può dare il sacramento alla donna e la donna darlo all’uomo se non sono in questo punto d’accordo, di essere aperti alla vita. A tal punto che, se si può provare che questo o questa si è sposato con l’intenzione di non essere aperto alla vita, quel matrimonio è nullo, è causa di nullità matrimoniale, no? L’apertura alla vita, no? Paolo VI ha studiato questo con una commissione, come fare per aiutare tanti casi, tanti problemi, problemi importanti che fanno l’amore della famiglia. Problemi di tutti i giorni. Tanti, tanti, no?, ma c’era qualcosa di più. Il rifiuto di Paolo VI non era soltanto ai problemi personali, sui quali dirà poi ai confessori di essere misericordiosi e capire le situazioni e perdonare o essere misericordiosi, comprensivi, no? Ma lui guardava al neo-Malthusianismo universale che era in corso. E come si chiama questo neo-Malthusianismo? Eh, è il meno dell’1% del livello delle nascite in Italia, lo stesso in Spagna. Quel neo-Malthusianismo che cercava un controllo dell’umanità da parte delle potenze. Questo non significa che il cristiano deve fare figli in serie. Io ho rimproverato alcuni mesi fa una donna in una parrocchia perché era incinta dell’ottavo dopo sette cesarei. “Ma lei vuole lasciare orfani sette?”. Questo è tentare Dio. Si parla di paternità responsabile. Quella è la strada: la paternità responsabile. Ma quello che io volevo dire era che Paolo VI non è stato un arretrato [antiquato], un chiuso. No, è stato un profeta, che con questo ci ha detto: guardatevi dal neo-Malthusianismo che è in arrivo. Quello volevo dire. Grazie.
IL PUGNO. In teoria, possiamo dire che una reazione violenta davanti a un’offesa, a una provocazione, in teoria sì, non è una cosa buona, non si deve fare. In teoria, possiamo dire quello che il Vangelo dice, che dobbiamo dare l’altra guancia. In teoria, possiamo dire che noi abbiamo la libertà di esprimere e questa è importante. Nella teoria siamo tutti d’accordo, ma siamo umani, e c’è la prudenza, che è una virtù della convivenza umana. Io non posso insultare, provocare una persona continuamente, perché rischio di farla arrabbiare, rischio di ricevere una reazione non giusta, non giusta. Ma è umano, quello. Per questo dico che la libertà di espressione deve tenere conto della realtà umana e perciò dico [che] deve essere prudente. È una maniera di dire che deve essere educata, pure, no? Prudente: la prudenza è la virtù umana che regola i nostri rapporti. Io posso andare fino a qui, posso andare di là, di là… Questo volevo dire: che in teoria siamo tutti d’accordi: c’è libertà di espressione, una reazione violenta non è buona, è cattiva sempre. Tutti d’accordo. Ma nella pratica fermiamoci un po’, perché siamo umani e rischiamo di pro-vo-care gli altri e per questo la libertà deve essere accompagnata dalla prudenza. Quello volevo dire.
LA CORRUZIONE. La corruzione oggi nel mondo è all’ordine del giorno e l’atteggiamento corrotto trova subito facilmente nido nelle istituzioni. (…) Ogni istituzione può cadere in questo. La corruzione è togliere al popolo. Con la persona corrotta, che fa affari corrotti, o governa corrottamente o va ad associarsi con gli altri per fare un affare corrotto, ruba al popolo. (…) Oggi è un problema mondiale, la corruzione.
TRE FIGLI. Io credo il numero di 3 per famiglia che lei (il giornalista, ndr) menziona, credo che è quello che dicono i tecnici: che è importante per mantenere la popolazione, no? 3 per coppia, no? Quando scende questo, accade l’altro estremo, che accade in Italia, dove ho sentito – non so se è vero – che nel 2024 non ci saranno i soldi per pagare i pensionati. Il calo della popolazione, no? Per questo la parola chiave per rispondere è quella che usa la Chiesa sempre, anche io: è paternità responsabile. Come si fa questo? Col dialogo. Ogni persona, col suo pastore, deve cercare come fare quella paternità responsabile. Quell’esempio che ho menzionato poco fa, di quella donna che aspettava l’ottavo e ne aveva sette nati col cesareo: ma questa è una irresponsabilità. “No, io confido in Dio”. “Ma guarda, Dio ti da i mezzi, sii responsabile”. Alcuni credono che – scusatemi la parola, eh? – per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli, no? No. Paternità responsabile. Questo è chiaro e per questo nella Chiesa ci sono i gruppi matrimoniali, ci sono gli esperti in questo, ci sono i pastori, e si cerca. E io conosco tante e tante vie d’uscita lecite che hanno aiutato a questo. Ma ha fatto bene a dirmelo. È anche curiosa un’altra cosa che non ha niente a che vedere ma che è in relazione con questo. Per la gente più povera un figlio è un tesoro. È vero, si deve essere anche qui prudenti. Ma per loro un figlio è un tesoro. Dio sa come aiutarli. Forse alcuni non sono prudenti in questo, è vero. Paternità responsabile. Ma guardare anche la generosità di quel papà e di quella mamma che vede in ogni figlio un tesoro.

(articolo di TEMPI)

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