Voluntary disclosure: pratiche ferme e studi sotto stress
A tre settimane dalla scadenza, salvo proroghe, la voluntary disclosure avanza a grandi passi. A ribadire l’interesse dei clienti sono gli stessi operatori del settore e consulenti. Nelle società di consulenza e negli studi professionali,
infatti, sono arrivate richieste in misura notevole: sono 15mila le
istanze presentate fino ad ora che a fine settembre potrebbero
raggiungere le 70mila, anche se in gran parte (circa l’80%) ancora da
gestire visti i rilevanti ritardi che ha dovuto affrontare l’operazione,
dalle incertezze interpretative al prolungamento dei tempi per la
fornitura dei dati. A fornire l’aggiornamento è il direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi.
La voluntary disclosure, dunque, sembra procedere bene e potrebbe
essere l’asso nella manica per alimentare il taglio delle tasse sulla
casa promesso dal Governo.
Fintanto che la Legge di Stabilità italiana, dopo anni di pesanti sacrifici, è in via di definizione i budget 2016 di paesi quali Spagna, Germania e Francia
che dovranno essere inviati a Bruxelles entro il 15 ottobre, puntano a
cambiare rotta affinché l’economia riparta e si creino nuovi posti di
lavoro, passando dall’austerity alla crescita, devolvendo maggiori
risorse a welfare ed investimenti. A Parigi e Madrid si sta valutando
una riduzione dell’Irpef, mentre a Berlino si preme l’acceleratore sugli sgravi fiscali per le fasce più deboli. Riguardo all’operazione che implica la riduzione delle imposte, dunque, il Governo italiano sembra in buona compagnia.
A sei mesi di distanza dall’entrata in vigore del contratto a tutele crescenti e ultimato il quadro dei decreti legislativi, il Jobs Act entra nella fase 2. Servono ancora, tuttavia, 60 decreti attuativi
e dunque la palla passa al Ministero del Lavoro per la messa a punto
dei provvedimenti che comprendono anche quelli che mancano all’appello
per la Naspi, il codice dei contratti e la conciliazione dei tempi di
vita e di lavoro. Fa parte dell’elenco anche il decreto del Ministero
del Lavoro, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, per regolamentare
l’Asdi, l’indennità per i lavoratori in condizioni di particolare disagio economico.
Dopo la maxi-operazione del Qatar nel quartiere di Porta Nuova a Milano, per un investimento pari a circa 900 milioni per acquisire una quota dei nuovi grattacieli, il mattone italiano
torna ad attirare gli investitori esteri. I “deal” internazionali sul
mattone nazionale, infatti, si sono succeduti arrivando a toccare quota
2,7 miliardi nei primi sei mesi del 2015, raggiungendo la cifra che fu investita, prima della crisi, in tutto il 2008.
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