PRIMA DI TUTTO IL BENE COMUNE...... ANCHE PER CARPI LA MIA CITTA'
Raccolgo con particolare entusiasmo quanto indicato da Mons. Bassetti (CEI) in quanto si tratta della mia linea "in politica" da sempre :
"Dedizione al bene comune e laicità della politica“
Come Vescovi non intendiamo stare alla finestra”. Lo ha garantito il
cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia Città della Pieve e
presidente della Cei, che ha dedicato gran parte della sua introduzione ai
lavori dell’assemblea di lunedì 13 novembre, ai temi politici di un Paese
“sospeso”, in cui “gli effetti della crisi economica si fanno sentire in
maniera pesante, aumentando l’incertezza e la precarietà, l’infelicità e il
rancore sociale” e dove dominano “un linguaggio imbarbarito e arrogante”, che
soffia sul fuoco delle divisioni e delle paure collettive, a partire da quella
dei migranti. Bassetti ha pronunciato un “no” deciso alla “caricatura” che i
media hanno di recente offerto “della nostra Chiesa, quasi fossimo preoccupati
essenzialmente di difendere posizioni di privilegio e tornaconto personale”.
Lavoro, famiglie ferite, anziani, scuola “che non escluda i nuovi italiani” e
“ripensamento” della legge di cittadinanza tra le priorità delle vere
“preoccupazioni” della Chiesa italiana, che “vuole contribuire alla crescita di
una società più libera, plurale e solidale, che lo stesso Stato è chiamato a
promuovere e sostenere”. Due i “principi” attorno ai quali i vescovi si
riconoscono, e che fanno parte della storia del movimento cattolico: il servizio
al bene comune e la laicità della politica, sull’esempio di figure come il
beato Giuseppe Toniolo e Alcide De Gasperi. “Ascolto, confronto e sguardo”:
queste le tre parole consegnate, sulla scorta di Papa Francesco, dal nuovo
segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, che ha preso la parola
subito dopo il presidente. “Ci stringiamo solidali alle Regioni più colpite,
rinnovando la nostra attenzione e la nostra disponibilità”, ha detto il
cardinale Bassetti riferendo sia alla “fragilità idrogeologica” di cui è stato
vittima in questi giorni il nostro Paese. Ma ci sono anche altre fragilità che
“minacciano lo smottamento sociale”: la fragilità valoriale, la fragilità
del sentimento comune e la fragilità culturale. Così, l’agenda della Chiesa è molto
diversa da quella della grande politica: “Lo respiriamo stando in mezzo alla
gente e facendo nostre le sue attese. Sono le attese frustrate rispetto al
lavoro, per cui molti giovani, per poter immaginare un futuro, si ritrovano
costretti ad andarsene dalla nostra terra. Sono le attese delle famiglie ferite
negli affetti, che soffrono nel silenzio delle solitudini urbane e
nell’avvizzimento dei sentimenti.
Sono le attese degli anziani, che non si sentono più utili a nessuno, privi
di quella considerazione
di cui avrebbero – o, meglio, avremmo tutti – tanto bisogno. Sono le attese
di una scuola qualificata, che sia frontiera e laboratorio educativo da cui non
possono essere esclusi i nuovi italiani, per i quali torniamo a chiedere un
ripensamento della legge di cittadinanza. Sono le attese di una sanità
puntuale, attenta e accessibile a tutti.
Sono le attese di una giustizia che – rispetto al malaffare e alla
criminalità organizzata – continui a perseguire un uso sociale dei beni
recuperati alla legalità. Sono le attese di un uso del potere, che sia davvero
corretto e trasparente”. In politica, invece, “al posto della moderazione si fa
strada la polarizzazione, l’idea che si è arrivati a un punto in cui tutti
debbano schierarsi per l’uno o per l’altro, comunque contro qualcuno”, la
denuncia: “Ne è segno un linguaggio imbarbarito e arrogante, che non tiene
conto delle conseguenze che le parole possono avere”.“Stiamo attenti a non
soffiare sul fuoco delle divisioni e delle paure collettive”. Il presidente della
Cei ha cominciato la sua introduzione parlando dei giovani e tracciando un
bilancio del Sinodo appena trascorso: “Siamo consapevoli che molti giovani oggi
non ritengono la Chiesa un interlocutore significativo”, la presa di coscienza,
unita alla consapevolezza che a minare la fiducia delle nuove generazioni verso
la comunità ecclesiale sono ‘mediocrità e divisioni, spesso alimentate ad
arte’, e ‘scandali economici e sessuali’, oggetto di attenzione in questa
assemblea, che si occuperà anche dell’approvazione della terza edizione
italiana del Messale Romano”.
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