Roma, Bertolaso si ritira: Berlusconi vira su Marchini. L’ira della Meloni
Guido Bertolaso
si ritira dalla corsa a sindaco di Roma. Lo ha ratificato una lunga
nota ufficiale di Forza Italia. «Con il dottor Guido Bertolaso abbiamo
deciso di sostenere e fare nostra la candidatura dell'ingegner Alfio Marchini.
Non è una scelta nuova. Marchini era stato la nostra prima opzione, ed
era caduta per i veti posti da un alleato della coalizione (il
riferimento è al partito guidato da Giorgia Meloni, ndr)» si legge nel comunicato del partito di Silvio Berlusconi
che ha segnato, dopo un tira e molla andato avanti per due mesi la
fine di una candidatura divisiva e controversa all’interno del partito.
Potrebbe tenersi già oggi un incontro tra Silvio Berlusconi e Alfio
Marchini.
«Bertolaso responsabile, città avrà bisogno di lui»
La nota di Fi tributa l’onore delle armi tributato all’ex capo della Protezione civile. E rilancia l’auspicio di un centrodestra unito a Roma. «Con la stessa generosità e spirito di servizio con cui Guido Bertolaso aveva messo da parte progetti molto importanti per candidarsi a sindaco, oggi si è reso disponibile a ritirare la sua candidatura per convergere su quella nelle migliori condizioni per vincere. Per due volte, ha dimostrato grande responsabilità e amore per la città di Roma, che non dimenticheremo. D'altronde Roma e l'Italia avranno ancora bisogno di lui» recita la nota, che continua con un appello agli alleati Salvini e Meloni: «Ci auguriamo che, superando questa dolorosa divisione, tutto il centro-destra, tutti coloro che non vogliono consegnare Roma ai grillini o alla sinistra, possano ritrovarsi e riprendere un cammino comune. In questo senso rivolgiamo un appello ai nostri amici del centro-destra: siamo ancora in tempo perché tutti convergano, come noi abbiamo fatto, sul candidato che ha la più alta possibilità di successo».
Meloni: ora Marchini e FI convergano su Giachetti
La nota di Fi tributa l’onore delle armi tributato all’ex capo della Protezione civile. E rilancia l’auspicio di un centrodestra unito a Roma. «Con la stessa generosità e spirito di servizio con cui Guido Bertolaso aveva messo da parte progetti molto importanti per candidarsi a sindaco, oggi si è reso disponibile a ritirare la sua candidatura per convergere su quella nelle migliori condizioni per vincere. Per due volte, ha dimostrato grande responsabilità e amore per la città di Roma, che non dimenticheremo. D'altronde Roma e l'Italia avranno ancora bisogno di lui» recita la nota, che continua con un appello agli alleati Salvini e Meloni: «Ci auguriamo che, superando questa dolorosa divisione, tutto il centro-destra, tutti coloro che non vogliono consegnare Roma ai grillini o alla sinistra, possano ritrovarsi e riprendere un cammino comune. In questo senso rivolgiamo un appello ai nostri amici del centro-destra: siamo ancora in tempo perché tutti convergano, come noi abbiamo fatto, sul candidato che ha la più alta possibilità di successo».
Piccata la replica di Meloni, candidata sindaca sostenuta dalla
Lega, che ha sparato al alzo zero: «Siamo contenti della semplificazione
del quadro politico a Roma. Ora ci aspettiamo un'ulteriore
semplificazione con la diretta e aperta convergenza di Alfio Marchini e
di Forza Italia sul candidato del Pd e di Renzi, Roberto Giachetti».
Salvini: Renzi chiama, Berlusconi risponde
Non ha nascosto il suo disappunto anche il leader della Lega Matteo Salvini: «Renzi e Casini chiamano, Berlusconi risponde. Continua l'incredibile balletto di Forza Italia che anche oggi cambia candidato» ha detto il leader del Carroccio, che ha aggiunto: «Per quanto riguarda la Lega ora è tutto più chiaro e semplice: a Roma l'unica candidatura di centrodestra e contro ogni inciucio si chiama Giorgia Meloni sostenuta dalla Lega. Siamo sicuri che gli elettori di Forza Italia sapranno chi scegliere e chi salutare».
Non ha nascosto il suo disappunto anche il leader della Lega Matteo Salvini: «Renzi e Casini chiamano, Berlusconi risponde. Continua l'incredibile balletto di Forza Italia che anche oggi cambia candidato» ha detto il leader del Carroccio, che ha aggiunto: «Per quanto riguarda la Lega ora è tutto più chiaro e semplice: a Roma l'unica candidatura di centrodestra e contro ogni inciucio si chiama Giorgia Meloni sostenuta dalla Lega. Siamo sicuri che gli elettori di Forza Italia sapranno chi scegliere e chi salutare».
Fatale l’ultima gaffe
Malgrado la recente decisione di Berlusconi di blindare Bertolaso i malumori interni a Forza Italia, ma soprattutto le nuove 'gaffe' dell'ex capo della protezione civile (che per tutto il pomeriggio hanno tenuto banco nei corridoi di Montecitorio) hanno avuto come effetto quello di far scricchiolare la blindatura alla corsa dell'ex sottosegretario. A far saltare tutti dalla sedia è stata l'ipotesi di Bertolaso, poi smentita, di poter collaborare con il candidato del Pd o quello del Movimento Cinque Stelle nel caso uno dei due diventasse sindaco: «Potrei mettere a disposizione la mia professionalità - aveva detto a CorriereTv Bertolaso - e a dare il mio modestissimo contributo anche per Raggi o Giachetti». Parole poi corrette in una nota in cui l'ex capo della Protezione Civile ha chiarito di non essere assolutamente indisponibile ad «accettare un ruolo politico in una giunta di un altro candidato». Una precisazione però che ha aiutato ad allentare la tensione. Non è la prima uscita infelice di Bertolaso. Quella che gli costò l’appoggio di Salvini, l’ex capo della Protezione civile (allora candidato sindaco di tutto il centrodestra) la pronunciò lo scorso febbraio quando parlò dei rom come di «una categoria che è stata vessata e penalizzata». Una frase che Salvini non gli ha mai perdonato.
Malgrado la recente decisione di Berlusconi di blindare Bertolaso i malumori interni a Forza Italia, ma soprattutto le nuove 'gaffe' dell'ex capo della protezione civile (che per tutto il pomeriggio hanno tenuto banco nei corridoi di Montecitorio) hanno avuto come effetto quello di far scricchiolare la blindatura alla corsa dell'ex sottosegretario. A far saltare tutti dalla sedia è stata l'ipotesi di Bertolaso, poi smentita, di poter collaborare con il candidato del Pd o quello del Movimento Cinque Stelle nel caso uno dei due diventasse sindaco: «Potrei mettere a disposizione la mia professionalità - aveva detto a CorriereTv Bertolaso - e a dare il mio modestissimo contributo anche per Raggi o Giachetti». Parole poi corrette in una nota in cui l'ex capo della Protezione Civile ha chiarito di non essere assolutamente indisponibile ad «accettare un ruolo politico in una giunta di un altro candidato». Una precisazione però che ha aiutato ad allentare la tensione. Non è la prima uscita infelice di Bertolaso. Quella che gli costò l’appoggio di Salvini, l’ex capo della Protezione civile (allora candidato sindaco di tutto il centrodestra) la pronunciò lo scorso febbraio quando parlò dei rom come di «una categoria che è stata vessata e penalizzata». Una frase che Salvini non gli ha mai perdonato.
Lo scontro dentro Forza Italia
Per il ritiro di Bertolaso premeva “il partito del Nord”, guidato da Paolo Romani, Maria Stella Gelmini e Giovanni Toti, che puntava però a rinsaldare l’asse con la Lega, appoggiando Meloni. Dall'altro il fronte moderato 'pro Marchini' (Antonio Tajani, Fedele Confalonieri, Gianni Letta) favorevole ad un progetto di respiro più ampio rispetto alle amministrative: riunire i moderati del centrodestra (Alfano incluso) nel solco del Ppe. A difendere Bertolaso era rimasto solo il cosiddetto “cerchio magico” costituito dalla compagna di Berlusconi Francesca Pascale, dalla tesoriera Fi Mariarosaria Rossi, e dalla responsabile comunicazione del partito, Deborah Bergamini.
Per il ritiro di Bertolaso premeva “il partito del Nord”, guidato da Paolo Romani, Maria Stella Gelmini e Giovanni Toti, che puntava però a rinsaldare l’asse con la Lega, appoggiando Meloni. Dall'altro il fronte moderato 'pro Marchini' (Antonio Tajani, Fedele Confalonieri, Gianni Letta) favorevole ad un progetto di respiro più ampio rispetto alle amministrative: riunire i moderati del centrodestra (Alfano incluso) nel solco del Ppe. A difendere Bertolaso era rimasto solo il cosiddetto “cerchio magico” costituito dalla compagna di Berlusconi Francesca Pascale, dalla tesoriera Fi Mariarosaria Rossi, e dalla responsabile comunicazione del partito, Deborah Bergamini.
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risponerò appena possibile