Disgelo Conte-Junker: deficit rivisto al 2,04%. Come cambia la Manovra

Stretta di mano tra Giuseppe Conte, premier italiano eJean Claude Junker, presidente della Commissione Ue, al termine dell’incontro sulla Manovra italiana. Un faccia a faccia con l’obiettivo di potare l’Italia fuori dal rischio di infrazione a causa dell’eccessivo rapporto deficit-Pil al 2,4. Un numero che sembrava intoccabile e che invece, nell’incontro tra i due leader è sceso notevolmente, avvicinandosi a quello paventato inizialmente dal ministro dell’economia Giovanni Tria. Dal disgelo Conte-Junker viene fuori un deficit al 2,04 per cento. e Junker sembra riaprire le trattative.

Alla fine si potrebbe annunciare la rivincita di Giovanni Tria, che paventava, prima di essere messo all’angolo, un rapporto deficit-Pil allo 0,9 per cento. Dopo un primo linciaggio politico da parte dei suoi, e il diktat di andare a Bruxelles a imporre un deficit al 2.4 per cento, ora si torna indietro, per evitare la procedura di infrazione.

“Abbiamo recuperato alcune risorse finanziarie eravamo stati molto prudenti. E queste risorse finanziarie le stiamo utilizzando adesso per questa negoziazione. Siamo così scesi dal 2,4 al 2,04″. Ad annunciarlo è il premier Giuseppe Conte, al termine dell’incontro con il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker. “Siamo un governo che rispetta gli impegni presi ma anche un governo ragionevole. E abbiamo messo sul tavolo della negoziazione una proposta.
Le misure entreranno in vigore come preannunciato”, ha aggiunto Conte. “Nelle prossime ore continueremo a lavorare. Le variabili che riguardano anche un contesto più ampio non mi distraggono”. “Reddito di cittadinanza e quota 100 partiranno nei tempi previsti”, sottolinea ancora il premier.
“Buoni progressi” nell’incontro Juncker-Conte: la Commissione ora “valuterà la proposta ricevuta questo pomeriggio” dall’Italia. Lo fa sapere un portavoce della Commissione precisando che il lavoro proseguirà nei prossimi giorni.

Manovra 2019: come cambia in Senato

Più che un cambiamento si parla in realtà di una quasi riscrittura della Legge di bilancio 2019. Dopo l’incontro di Conte e Junker i termini della trattativa si sono riaperti e cammineranno sul filo di quel 2,04 per cento proposto dal premier italiano. Ciò significa inevitabilmente rivedere le spese previste in Legge di bilancio e capire in che direzione andrà la spending review prevista.
La manovra uscita dalla Camera ammonta a 37 miliardi (22 miliardi di deficit nel 2019, con 6,9 miliardi di tagli di spesa, 8,1 miliardi di aumento di entrate).
Ciò che è uscito quindi dall’Aula della Camera, dove la Manovra è stata approvata potrebbe non corrispondere affatto a ciò che verrà discusso e approvato in Senato. Soprattutto perché tutto questo deve fare i conti con i prossimi incontri con Bruxelles e con Una Commissione sul piede di guerra, pronta a punire l’Italia con l’infrazione, qualora non scenderà quel rapporto deficit pil in totale rottura con il rispetto dei vincoli di bilancio europei.
Cinico il commento dell’ex ministra renziana, Maria Elena Boschi, che ha commentato ferocemente l’intervento di Giuseppe Conte alla Camera.

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