Sequestro fondi della LEGA - incostituzionale?

Non resta che attendere l’ordine di esecuzione della Procura di Genova. Sarà allora che la Guardia di finanza potrà «aggredire» i capitali della Lega di Matteo Salvini fino al raggiungimento di 49 milioni di euro, il valore della maxi frode dell’ex leader del Carroccio Umberto Bossi. Una decisione che nel quartier generale del Carroccio davano ormai per scontata e contro la quale ricorrerà in tutte le sedi. Nel frattempo però bisogna correre ai ripari. Si lavora a un nuovo partito/associazione che prenderà il nome degli attuali gruppi parlamentari: Lega-Salvini premier. Ma la rabbia è tanta. «Temete l’ira dei giusti» attacca il vicepremier che provocatoriamente invita i magistrati a usare anche sulle indagini per il crollo del ponte la stessa sollecitudine mostrata con la Lega.
Il Tribunale del Riesame di Genova, recependo le disposizioni della Corte di Cassazione, ha deciso di disporre «il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta delle somme di denaro che sono state depositate o che verranno depositate sui conti correnti e depositi intestati o comunque riferibili alla Lega Nord». Ciò vuol dire che gli inquirenti potranno non solo portare via i 5,6 milioni di euro custoditi - secondo gli atti difensivi - nelle casse formali del Carroccio, ma anche tutto quel denaro che risulta depositato in conti «riferibili» in qualche modo al partito di Matteo Salvini. Una decisione che, implicitamente, potrebbe avere effetti rilevanti sulla tenuta patrimoniale del partito di Governo, ma per fatti che riguardano la precedente “gestione” del “sénateur”, condannato in primo grado a due anni e tre mesi per essersi appropriato di parte dei 49 milioni di euro di finanziamenti pubblici. «Io non mollo», garantisce Salvini. Ma dentro il Carroccio sale la convinzione che ci sia una parte della magistratura che punta dritta a mettere in difficoltà il partito e in particolare il suo leader: «Lavoro per la sicurezza degli italiani e mi indagano per sequestro di persona. Lavoro per cambiare l’Italia e l’Europa e mi bloccano tutti i conti correnti», lamenta Salvini che riceve nel frattempo la solidarietà dei suoi colleghi di governo, a partire dal premier Giuseppe Conte (...). Il timore che la decisione dei giudici genovesi possa riflettersi sul governo c’è. Ma più che per le difficoltà oggettive con cui deve fare i conti la Lega, con gli effetti politici che potrebbe provocare. Timore che ha anche Luigi Di Maio che esclude «ricadute sul governo» ma che in realtà deve fare i conti con il crescente nervosismo con chi nel M5s non condivide le posizioni anti-giudici di Salvini.
Calcoli che ai magistrati non interessano. Il procedimento giudiziario ha svelato l’esistenza di un presunto «sistema», a più livelli, in cui Bossi e l’allora tesoriere Francesco Belsito «dissimulavano la irregolarità di gestione» attraverso rendicontazioni prive di riscontro effettivo. Di certo c’era solo la cartellina con intestazione “The Family”: un elenco di date e spese con denaro pubblico, per sollazzare la famiglia Bossi. Così sono emersi i 10mila euro per l’operazione di rinoplastica di Sirio Bossi e le spese di ristrutturazione della casa di Gemonio, senza dimenticare l’ormai famoso corso universitario di Renzo il “Trota” all’Università albanese Kriistal di Tirana. Accuse, queste, utilizzate in parte anche dall’avvocato Giovanni Ponti, difensore della Lega. Il legale ha ritenuto che non ci debba essere sequestro di denaro, in quanto il Carroccio non è stato parte in causa al processo di primo grado contro Bossi. Non solo: l’avvocato Ponti ha detto che lo stesso partito è stato anche escluso formalmente dal giudizio di secondo grado. Per questo, ha ritenuto, il sequestro diretto alla Lega sarebbe una violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Ricostruzione smentita dai giudici del Riesame, i quali hanno affermato che «nel caso in esame il partito Lega Nord ha direttamente percepito le somme qualificate in sentenza (49 milioni di euro, ndr) come profitto del reato di truffa aggravata, in quanto oggettivamente confluite sui conti correnti del partito». Il collegio, dunque, ritiene che «non può invocarsi l’estraneità del soggetto politico Lega Nord rispetto alla percezione di somme confluite sui suoi conti e delle quali ha pertanto direttamente tratto un concreto e consistente vantaggio patrimoniale».
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Ivan Cimmarusti
Barbara Fiammeri

P.S.
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LO CAPISCE ANCHE UN BIMBO CHE LA LEGA DI SALVINI CON LA VECCHIA LEGA DI BOSSI C'ENTRA ZERO!

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