MEDITIAMO ANCHE AD INIZIO ANNO....
rubrica mensile IN HOC SIGNO n. 12 - gennaio 2018
Cari amici,
da
un paio di anni anche a Ravenna è attiva una “croce” di Alleanza
Cattolica, intitolata alla Madonna Greca. Lo scorso mese i suoi
componenti hanno organizzato un incontro pubblico con il Reggente
Nazionale Marco Invernizzi, che ha presentato il volume di cui è
coautore, sul tema della famiglia.
Proponiamo
oggi l’articolo a firma di Sirio Stampa — pubblicato in estratto nel
settimanale diocesano “Risveglio” — che riassume l’evento.
Chi
fosse interessato alle attività di Alleanza Cattolica in Ravenna — ogni
mese viene proposta una iniziativa culturale pubblica — può rispondere a
questa newsletter oppure scrivere all’indirizzo email alleanzacattolica.ra@gmail.com
* * *
Il
caso ha voluto che l’incontro con Marco Invernizzi sul tema “La
famiglia. Dal divorzio al gender” (che è anche il titolo
dell’interessante libro da lui scritto a quattro mani con Giancarlo
Cerrelli), si tenesse il 14 dicembre 2017, nel giorno in cui il nostro
parlamento approvava la legge su quelle Disposizioni Anticipate di
Trattamento che indirizzano con sempre maggiore decisione il nostro
paese verso una cultura di morte, spalancando la porta all’eutanasia.
Al
reggente nazionale di Alleanza Cattolica, curatore su Radio Maria della
rubrica “La voce del Magistero”, tale coincidenza non è sfuggita. È un
percorso, quello intrapreso ormai da diversi decenni dai nostri
legislatori, scandito da tappe sempre più devastanti: divorzio, aborto,
fecondazione artificiale, unioni civili ed ora le DAT. Tutte leggi
figlie di quel ’68 nel quale il processo rivoluzionario fece il salto di
qualità passando dal piano ideologico a quello antropologico.
Che cosa possono fare coloro che non intendono accettare passivamente questa devastante deriva, si è domandato Invernizzi?
L’esempio,
ha risposto, ce l’hanno dato i due Family Day del 2015 e 2016.
Straordinarie adunanze di milioni di persone, in difesa della vita e
della famiglia naturale, organizzate con tempistiche ridottissime e
senza coinvolgimento di organizzazioni politiche, né delle gerarchie
ecclesiastiche.
Che cosa connotava questa marea umana e dovrebbe connotare coloro che non vogliono arrendersi alla deriva etica?
In
primo luogo, ha ricordato il nostro ospite, la speranza: nessuna
battaglia può essere vinta da chi ha perduto la speranza nella
possibilità di successo. Speranza che, prima di tutto, è una Virtù da
chiedere al Signore nella preghiera, affinché Lui, che è il Salvatore
del Mondo, ci accetti come suoi umili collaboratori. Una speranza che
spinga a non rinchiudersi e a non auto-esiliarsi da un mondo che non si
riesce più a comprendere e accettare; una speranza che renda consapevoli
delle responsabilità che si hanno, prima ancora che verso se stessi,
verso le nuove generazioni, figli e nipoti ai quali si ha il dovere di
consegnare un mondo che promuova la vita e non la morte.
Ma
una speranza che deve poi tradursi in azione consapevole, che richiede,
oltre alla volontà, preparazione e conoscenza approfondita del contesto
nel quale viviamo e delle ragioni che hanno condotto ad esso.
Se
non si conosce la storia e se non se ne comprendono le logiche è
impossibile interpretare il “contesto”. Se non si comprende il cammino
della filosofia e delle ideologie è inutile cercare di comprendere
perché quest’ultima fase del processo rivoluzionario è esplosa proprio
nel ’68 e proprio “in interiore homine”.
Speranza,
dunque, ma anche consapevolezza che questo devastante processo non può
essere arrestato dall’oggi al domani. Consapevolezza che ciò che oggi ai
più ancora desta sorpresa, tra una generazione o due potrebbe risultare
del tutto normale.
Se
oggi, argomentava Invernizzi in tono tristemente provocatorio, è del
tutto normale sentirsi chiedere, ad esempio, “come si chiamano tuo padre
e tu madre?”, è assai probabile che i nostri figli e nipoti, tra non
molto tempo, debbano rispondere a ben altre domande: “quante mamme/papà
hai?”.
E
proprio in questo si sostanzia la battaglia dalla quale, se si ha senso
di responsabilità, non è possibile esimersi: cercare di impedire che
ciò che oggi ancor riesce ad apparirci pericolosamente assurdo non possa
diventare, per i nostri figli e nipoti, la normalità.
Questo
è l’impegno che, ciascuna con le sue peculiarità, si sono assunte anche
le realtà che, insieme con Alleanza Cattolica, hanno organizzato
l’incontro con Invernizzi dello scorso giovedì presso il seminario
arcivescovile: il Centro Culturale “Il Seme”, il “Centro Studi Caritas
in Veritate”, il Circolo “John Henry Newman” e quel “Comitato Difendiamo
i Nostri Figli” al quale va attribuita gran parte del merito per
l’organizzazione di quei formidabili Family Day che speriamo possano
rappresentare un punto di svolta nell’eterna lotta contro le forze che
vogliono distruggere l’uomo.
Sirio Stampa
* * *
Ricordiamo
che le registrazioni audio in formato .mp3 di tutti gli incontri di
Alleanza Cattolica in Ferrara sono disponibili a semplice richiesta,
anche raccolti in cd annuali.
Auguri per un buon nuovo anno 2018
ad maiorem Dei gloriam et socialem
Alleanza Cattolica in Ferrara
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risponerò appena possibile