unioni civili......Ma restano quattro contraddizioni non risolte
di Massimo Introvigne
Il Mattino, 26 febbraio 2016
Il
compromesso raggiunto al Senato per far passare, attraverso il voto di
fiducia, il disegno di legge sulle unioni civili rappresenta, dal punto
di vista politico, una vittoria di Renzi ma contiene quattro
contraddizioni, su cui verosimilmente si eserciterà il lavoro dei
giudici e che lasciano sul campo numerosi scontenti.
La
prima contraddizione è tra la passione con cui l'Italia ha seguito il
dibattito e il modo sommario usato per chiuderlo. La discussione è
avvenuta principalmente nelle piazze e nelle segrete stanze dove i
partiti mediano fra loro, molto meno in Parlamento. Pur di portare a
casa un risultato, si è prima deciso di non completare l'esame del testo
in commissione, poi di decapitare anche la discussione parlamentare dei
singoli articoli con un maxi-emendamento «prendere o lasciare» su cui è
stata posta la fiducia. La saggezza popolare insegna che le gatte
frettolose fanno spesso i micini ciechi e, anche depurandola dai toni
apocalittici utilizzati secondo il loro stile consueto dai 5 stelle, è
difficile sottrarsi all'impressione che al potere legislativo del
Parlamento il governo e i partiti abbiano sostanzialmente imposto un
diktat.
La
seconda contraddizione riguarda il mondo cattolico e il popolo, non
solo di cattolici, che ha partecipato alle grandi manifestazioni del 20
giugno 2015 e 30 gennaio 2016. Mentre Alfano, anche con toni eccessivi,
ha celebrato come una vittoria l'eliminazione della parte relativa
all'adozione del figlio naturale o adottivo di uno dei conviventi da
parte dell'altro - la cosiddetta stepchild adoption che tanti
problemi di pronuncia ha procurato a più di un senatore -, il comitato
organizzatore delle manifestazioni ha gridato all'inganno e al
tradimento. Chi ha ragione? Certamente la rimozione del richiamo
esplicito alle adozioni ha un valore politico e sociologico, e segnala
la consapevolezza di dover tenere conto di un nuovo attore sociale, il
popolo pro family, che dunque farebbe male a deprimersi e non si è mosso
invano. Ma ha scarso valore giuridico, sia perché rimane un richiamo
alla facoltà dei giudici di decidere caso per caso, sia perché la
giurisprudenza della Corte a Europea dei Diritti dell'Uomo ha indicato
più volte che, una volta introdotto per le coppie omosessuali un
istituto che ha molto in comune con il matrimonio, gli Stati devono
introdurre anche le adozioni per non creare situazioni discriminatorie.
Né è stato scongiurato l'effetto potenzialmente incentivante alla
pratica dell'utero in affitto, dal momento che il PD non ha accettato le
proposte di chi voleva trasformare la pratica, già vietata in Italia,
in reato universale, sanzionata anche se compiuta, come più spesso
avviene, all'estero.
Ma
le unioni civili all'italiana sono davvero uno di quegli istituti così
simili al matrimonio da non poter stare, secondo i giudici europei,
senza le adozioni? Qui si apre la terza contraddizione. Perché la legge è
piena di rassicurazioni teoriche al fronte pro family secondo cui
regolerebbe una forma sociale diversa dalla famiglia, salvo poi nella
pratica specificare all'art. 3 che "le parti (dell'unione civile)
concordano fra loro l'indirizzo della vita familiare". Come può esserci
"vita familiare" senza famiglia? E, come hanno prontamente rilevato in
un comunicato i giuristi, alcuni dei quali illustri, del Centro Studi
Livatino, non si tratta certo dell'unica pratica equiparazione nella
legge tra unioni civili e matrimonio. Le sovrapposizioni sono decine, e
la richiesta del ministro alfaniano Lorenzin di eliminarle è rimasta sul
tavolo poche ore ed è stata alla fine smentita dal suo leader e
respinta.
Allora hanno vinto i militanti gay? Non
è proprio così, e c'è anche una quarta contraddizione. Renzi ha
affermato enfaticamente che la legge concede agli omosessuali italiani i
diritti che aspettavano da decenni. In realtà tutta una serie di
diritti di cui molto si è parlato - tra cui l'assistenza del convivente
in ospedale e in carcere, il subentro al convivente defunto nel
contratto di locazione e così via - erano già garantiti dalle leggi in
vigore. È nuova, certo - oltre che a rischio abusi e truffe - la
pensione di reversibilità. E si è messo in moto un meccanismo giuridico
per cui le adozioni, alla fine, arriveranno. Ma intanto il segnale
politico - insisto: politico, non giuridico - è di qualche attenzione
alle ragioni di chi le adozioni non le vuole. E i gay sono stati
umiliati dall'eliminazione del riferimento alla fedeltà - un passaggio
con scarse conseguenze pratiche, ma che equivale a uno schiaffone - e da
qualche dichiarazione sopra le righe di Alfano su pratiche "contro
natura" che sarebbero state ostacolate. Alla fine, non festeggiano
neppure gli attivisti gay. La legge delle quattro contraddizioni non fa
contento nessuno.
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